domenica 5 luglio 2009

Il problema della trasparenza

Da un toscano (Stringara) all’altro (Braglia). Da un tecnico dotato di toni felpati ad un trainer più sanguigno. E meno protocollare. Il Taranto risolve il primo problema, quello della guida tecnica. Adesso, la duplice Blasi-D’Addario dovrà risolvere gli altri. Quello legato alla ristrutturazione della squadra, ma non solo. Perché nubi dense sembrano aggirarsi sul club. Nubi che arrivano direttamente dalla Covisoc, l’organo che vigila sullo stato di salute delle società professionistiche e che potrebbe – se ne parla, facile pensare che qualcosa di vero si agiti, nel mare delle indiscrezioni – complicare le operazioni di iscrizione al prossimo torneo di terza serie. Nubi che si abbattono sulla ritrovata armonia, tra i due Mari. Armonia sapientemente edificata dalla new entry D’Addario, che ha saputo toccare il cuore della tifoseria con frasi garbate e con gesti mediaticamente intelligenti (l’istituzione di un confronto diretto, ancorchè virtuale, sulle pagine del web con i supporters). Oppure, con la promessa di un’efficace riorganizzazione dell’ingranaggio: partendo dalla partecipazione popolare alla gestione del sodalizio (promessa temeraria, di questi tempi, a queste latitudini). Per arrivare alla nuova tarantinizzazione della sede sociale, praticamente spostata a Manduria da Blasi. Passando per la rivalutazione del settore giovanile: argomento al quale tanti (troppi) si aggrappano, forse senza conoscere l’anima della questione, che sottintende dosi coraggiose di volontà - diciamo pure politica – e, soprattutto, reale interesse nell’investimento. Perché di investimento (vero e proprio, ma anche corposo) si tratta. Un investimento (di capitali, ma anche di professionalità) che, in riva a Mar Piccolo, nessuno ha mai avviato con convinzione. Né Blasi, né altri prima di Blasi. Malgrado i proprietari del Taranto (di tutte le epoche), certi addetti ai lavori e certi titoli di giornali abbiano voluto far credere il contrario, negli ultimi trent’anni. Un investimento che, più in là nel tempo, cominciò a darsi forma, per poi naufragare nei problemi di sempre. Lasciando tracce sparse: evidentemente insufficienti a stimolare chi, allo Iacovone, è arrivato dopo. Parentesi chiusa. Perché di presente, ora, occorre parlare. E, per esempio, di un altro problema che il Taranto dovrà risolvere. Forse, il più importante. Quello della trasparenza. Come, da ultimo, la cattiva gestione della trattativa con Giannini conferma (conosceremo mai una versione dei fatti univoca? Del resto, in estate può accadere tutto e il suo contrario: comprenderemmo qualsiasi orientamento della dirigenza. Soprattutto adesso, ad allenatore ingaggiato). E come insinua la questione-Covisoc. Perché, il Taranto – sin qui – ha giurato la propria correttezza nell’applicazione dei regolamenti. Alla quale, a questo punto, dovremmo credere solo a iscrizione ufficializzata. Il momento della verità, peraltro, sta arivando. Aspetteremo.