martedì 21 luglio 2009

Grottaglie, ripescaggio riparatore

Non è ufficiale, ma quasi. Il Grottaglie si riprende la D. Dopo averla persa dalla porta principale, la riconquista con l’efficacia di una pratica burocratica che affonda le radici su un passato prossimo sostanzioso e sull’affidabilità dell’impianto di gioco. Fattori che, in estate, possono contare più della solidità della squadra. Il ripescaggio, a questo punto, sembra scontato. Ancorchè tenacemente inseguito da Ciracì, presidente assai contestato da una parte della piazza e che, dunque, non conosce dettagliatamente il contorno del proprio destino. Certo, tutto sembrerebbe persino facile: la tifoseria non gradisce più la presenza di ciraci e Ciraci, probabilmente, lascerebbe volentieri l’incarico. Tanto più che l’Ars et Labor possiede sempre un padrone, Settanni. Uno che, però, non intende fare calcio da solo. Avvalendosi, piuttosto, di una forza economica che spartisca gli oneri. Il problema, però, esiste. Ed è quello di sempre: il ricambio dirigenziale. Anche per questo, allora, è facile dubitare sul tramonto dell’attuale gestione. A meno che la serie D riacquisita non risvegli appetiti assopiti. Ciracì, è chiaro, ora dovrà sapere e, eventualmente, far sapere. Perché il campionato sta per nascere. Se dovesse rimanere, tuttavia, non potrà rinunciare all’armistizio. E dovrà essere liberato anche dalla zavorra di antiche e sotterranee questioni, che prima hanno minato il cammino nell’ultimo torneo e poi– a retrocessione avvenuta – hanno ravvivato il fuoco della contestazione. Comunque vada, dunque, meglio chiarirsi subito. Per non vanificare pure gli effetti di un incrocio incredibile di situazioni favorevoli (otto club che scompaiono contemporaneamente non è un caso comune) e di un ripescaggio riparatore.