mercoledì 8 agosto 2012

Il Martina e il suo strano campionato

Martina e basta. La C2 di Puglia è tutta qui. Tutto attorno, tre club campani, uno molisano, due calabresi, tre abruzzesi, due laziali, una formazione umbra, la lucana Melfi e persino quattro toscane (Gavorrano, Borgo a Buggiano, Pontedera e Poggibonsi). Diciotto squadre, complessivamente. La seconda divisione (una denominazione che non ci è mai piaciuta) sta, però, per audistruggersi. L'ultimo capitolo è questo: dal giugno del duemilatredici tra i dilettanti della D e la terza serie mancherà il cuscinetto di un campionato sempre più svalutato, nel tempo, dalla diificoltà ecomiche, ma ultimamente anche mortificato dal punto di vista squisitamente tecnico. Non sarà, pertanto, una stagione come le altre. Soprattutto per le novità apportate, anche se non ancora ufficializzate. Dunque: nessuna promozione prevista, almeno dal punto di vista formale (perchè le migliori otto o dieci del campionato verranno accorpate alle formazioni dell'attuale C1: e pur sempre di promozione, alla fine, si tratterà), tante retrocessioni da temere (nove squadre, praticamente un esercito: si finirà in serie D, che però ridiventerà quarta serie: quindi, nessun passo indietro, all'atto pratico). Se ne deduce facilmente che, in questo caso, la battaglia infurierà per non oltrepassare la linea di rischio, piuttosto che per guadagnare i primi posti. Ovviamente, tranne pochissimi casi, non sarà consentito a nessuno rifiatare, mai: troppe concorrenti per uno stesso traguardo è un inno all'incertezza cronica. Ed è altrettanto vero che il torneo si aprirà ufficialmente negli ultimi due mesi: quando bisognerà approfittare delle energie migliori, per ottenere l'obiettivo. Sotto il profilo dello spettacolo, invece, ci aspettiamo un torneo ancora meno convincente dei precedenti. E il timore di scontrarsi con delle dinamiche particolari non ci affascina proprio. Il Martina, tuttavia, si gioca la possibilità di riprendersi la sua storia migliore, pochi anni dopo il fallimento. Ottenere l'ottavo posto e, dunque, assicurarsi l'ammissione alla nuova serie C non è un'operione scontata (nè semplice), ma sufficientemente fattibile. Ciullo, il nuovo coach, coltiva l'unica necessità di un organico il più possibile solido: che, al momento, va pure necessariamente completato. E' questa, del resto, la migliore garanzia per appropriarsi della continuità che, di solito, elimina un sacco di problemi. In due parole: l'occasione è ghiottissima. E, forse, intralcia l'esigenza del club di doversi abituare - per la prima volta in assoluto - ad un nuovo campionato. Certe situazioni, tuttavia, non capitano tutti gli anni. E poi anche l'appetito è una forma di ambizione. Malgrado proprio da una stagione come questa una società debuttante nel mondo del professionismo sarà in grado di capire dove può arrivare e, soprattutto, come scegliersi il domani.