sabato 11 agosto 2012

Lecce, retrocessione con riserve

Retrocessione. Ma il verdetto è appellabile. Anzi, appellabilissimo. Il primo grado di giudizio dell'affaire calcioscommesse infligge la pena più dura: e il Lecce precipita in terza serie, direttamente dalla A. Ci aspettavamo una sentenza tragica: i segnali erano chiari. E i rumors chiassosi. Certe cose si avvertono per tempo: basta saper leggere tra i rivoli delle parole. Non tutti, poi, riescono a divincolarsi magicamente e all'ultimo istante dalle maglie perfide di una giustizia sportiva che si arena sempre più spesso e, altrettanto spesso, si contraddice. Chiaro: il Lecce potrebbe essere colpevole. E la le legge non ammette delitti. Ma la società che è stata di Semeraro e che, adesso, è dei Tesoro, potrebbe non aver commesso il fatto che il tribunale sportivo le addebita. Niente e nessuno, prove alla mano, la inchioda. Ed è qui, in questa terra ibrida di confine, che l'impianto difensivo dovrà necessariamente lavorare e battagliare. La resistenza, tuttavia, è assicurata: parole dell'avvocato Sticchi Damiani. Sarà bene opporsi strenuamente, dunque: con ogni mezzo. Proprio perchè la vicenda è caotica. E, senza scendere nei dettagli, troppi particolari non coincidono. Oppure, si oppongono l'uno all'altro. Del resto, sul tavolo c'è una bella fetta di onorabilità, ma pure buona parte del futuro sportivo del club. Oltre a una differenza di location (la C invece della B) che si traduce in un diverso status economico (questione di contributi, ma non solo). Certo, il nuovo proprietario della società salentina, con la ripartenza dalla Lega Pro, risparmierebbe un po' di contante: quello che, altrimenti dovrebbe versare all'ex patron Semeraro. L'accordo è noto: il Lecce, in terza serie, passerebbe alle competenze di Tesoro gratuitamente. In B no. Ma, per una volta, intuiamo facilmente quanto l'acquisto interessi vivamente la nuova proprietà, piuttosto che la donazione. E, allora, che si battagli pure. Qua non si scherza. Tanto più che le possibilità per ribaltare il primo giudizio ci sono. Oggettivamente.