giovedì 23 agosto 2012

Lecce, la C prima del Tnas

Retrocessione confermata. La Commissione Disciplinare non concede sconti, nè indulgenza. E passando la pratica al Tnas, cioè la cassazione del pallone. Che, se abbiamo capito bene, confermerà il verdetto. Il Lecce si piega di fronte al coinvolgimento (ancora presunto, sino a nuova e definitiva sentenza) dell'ex presidente Semeraro nella velenosa faccenda di un derby ormai datato: cioè, sempre che non cambi qualcosa in sede di ultimo giudizio, ripartirà dalla C. Senza neppure passare dalla B, destinazione d'uso in coda all'ancora recente retrocessione. Terza serie, sì, brutale e mortificante. Anche se il dispositivo della giustizia sportiva  si trascina ombre e quesiti irrisolti e, forse, irresolvibili. Anche se non tutto (o quasi niente) è scientificamente provato. Anche se le minacce riservate, ieri, a tanti si sono stemperate, oggi, in assoluzioni o convertite in pene leggere. Anche se le contraddizioni forti di certe motivazioni autorizzano a diffidare di un ingranaggio (la magistratura del calcio) che fatica, arranca e, magari, si piega anche a dinamiche oscure. C'è ancora il Tnas, dicevamo. Ma invitiamo a non puntare poste alte sulla revisione del provvedimento. La prova è l'immediata ammissione del Vicenza in B, in luogo dei salentini. E la rinuncia formale a concedere al campionato una tregua, in attesa della fine della storia. Lecce, ora, s'interroga e, soprattutto, si indigna. A torto, oppure a ragione: noi non possiamo stabilirlo. Così come la gente che tifa. Ma che se ne va in C con il dubbio di aver pagato il conto di tutti. Anche di chi, in prima grado, aveva subito pari trattamento. Perchè, se ancora non è chiaro, è solo il Lecce che s'inchina duramente alla legge. Mentre il sospetto si allarga: colpire uno per sentirsi più buoni, più giusti e inflessibili è uno sport sempre più popolare, in questo Paese di follie quotidiane.