domenica 5 maggio 2013

Bari, la salvezza c'è. Ma oggi non basta

Ammettiamolo senza aggiungere condizioni: il Bari del rush finale è un collettivo irreprensibile, saldo, efficace. Lucido, anche: nell'espletamento della sua stretegia, nella gestione delle situazioni e delle singole partite. L'ultima parte del torneo è gravida di punti, innanzi tutto: quello che serviva per distanziare un po' di concorrenti e per guadagnare la permanenza. A Novara, poi, nel match teoricamente più impegnativo (i piemontesi, al di là di una certa flessione registrata nella seconda metà di aprile, continuano ad ambire ai niente affatto scontati playoff) arriva addirittura il successo: segna ancora il prolifico Caputo, al suo  quindicesimo sigillo. E, con il successo, anche la salvezza matematica (cinque punti a due turni dalla conclusione della regular season bastano, per il gioco degli incontri incrociati tra le pericolanti: prime tra tutte, Cittadella ed Ascoli). I timori, così, si dissolvono in fretta: molto più in fretta di quanto ci saremmo aspettati. E, con i timori, si sfalda pure la processione di critiche ultimamente tributata ad un gruppo (evidentemente più maturo di quanto potesse sembrare) e del tecnico Torrente: a cui va gratificato il merito di aver tenuto unita la squadra nel momento più delicato del campionato, quando gli avversari camminavano e il Bari inciampava spesso. A traguardo raggiunto, più o meno contemporaneamente, arriva intanto la notizia probabilmente più attesa dalla gente che tifa e dall'ambiente tutto: la famiglia Matarrese ufficializza l'avviamento della trattativa sulla cessione delle quote azionariue del club. A cui è seriamente interessata una società imprenditoriale gioiese: quindi, integrata nel territorio. Inutile aggiungere che, senza la definizione soddisfacente dei colloqui e il superamento della fase cruciale della prevedibile due diligence, la permanenza appena ottenuta sul campo servirebbe a poco: perché il tempo è scaduto. Perché il futuro non esisterebbe. E superfluo è ricordare pure che la battaglia più vera è appena cominciata. Questa, volta, però, non sarà sufficiente nè il carattere, nè la verve della gioventù: ma solo le idee e il contante di chi vorrebbe acquistare. E, ovviamente, la volontà di vendere del presidente. A pensarci bene, gli stessi ingredienti di uno, due, tre o cinque anni fa.