giovedì 16 maggio 2013

Foggia, fine della corsa

Il Foggia e la sua settimana densa, densissima. Si comincia domenica, sull'erba gibbosa del Piccirillo di Santa Maria Capua Vetere. Chiaramente, il Gladiator è apertamente favorito: perchè disputa la prima gara dei playoff in casa, perchè può appoggiarsi a due risultati su tre e perché, malgrado un certo scollamento avvertito ultimamente nell'ambiente sammaritano, quella di Feola è pur sempre la squadra che, con il suo predecessore Squillante, ha lungamente conservato imbattibilità, secondo posto in campionato e una solida subalternità alla capolista Ischia, già promossa. Ma questo Foggia è un'altra squadra, oggi: più sicura di sè, più consapevole, più compatta. E, soprattutto, più entusiasta. Necessita, è ovvio, una prestazione attenta, rigorosa, ma anche coraggiosa, efficace. Se, poi, il Gladiator resta in inferiorità numerica (nove contro undici), vincere si può. La formazione di Padalino si impone tra le polemiche campane (il match si interrompe una prima volta per un atto di protesta, dunque definitivamente per la sopraggiunta mancanza di numero legale: i casertani rimangono in sei) e si autopromuove allo spareggio finale del mercoledì successivo con il Matera, che nel frattempo ha liquidato il Monopoli. Campo avverso anche in questo caso, ma senza pubblico. E poi la formazione lucana si presenta rimaneggiata. Due punti in più a favore dei dauni che, però, subiscono gol in apertura. Il contraccolpo dello svantaggio viene assorbito lentamente, ma prima della mezz'ora di gioco, Agnelli e soci prendono possesso della situazione, costringendo l'avversario ad una gara di sostanziale presidio. Possesso infruttuoso, comunque. Di più: al quarto d'ora della ripresa, il Matera raddoppia e sembra sigillare il passaggio al turno successivo. Agnelli, tuttavia, riduce immediatamente le distanze e riapre il match, anche se per un solo minuto. Perchè Ceccarelli riporta avanti i lucani di due lunghezze: quanto basta per vivere tranquillamente sino al termine della sfida. Così, la corsa verso un eventuale ripescaggio del Foggia (che, va detto, possiede il pregio della volontà e della fede sino al novantesimo) finisce qui. E, contemporaneamente, si apre una nuova avventura: quella che passa, innanzi tutto, attraverso il consolidamento dei quadri societari, che permetterebbero alla squadra che verrà di rafforzarsi per puntare alla promozione sin dal prossimo torneo. Calcisticamente parlando, però, la parte finale di questa stagione dovrebbe essere servita, se non altro, a chiarire certe idee sulle imminenti strategie e sui giocatori su cui poter contare domani, illuminando su prospettive e scelte future. Diventando, in un certo senso, il primo mattone del Foggia che sarà costruito.