martedì 28 maggio 2013

I giorni caldi del Taranto

Mai fidarsi delle apparenze. La realtà, tante volte, è un'altra cosa. Pettinicchio, a Taranto, è un tecnico ormai amato: lo dicono in molti. Ma non tutti quelli che contano e che decidono, probabilmente, convergono su quel nome da risistemare in panchina. La conferma sembrava sottintesa, scontata. Anche dal club bimare, che comunicava puntualmente la propria soddisfazione sul lavoro svolto dal coach della città vecchia nella seconda parte del campionato appena archiviato. Ma la società, sull'impulso di un assestamento fisiologico, ora accoglie energie e pensieri nuovi che ne ridisegnano i contorni. E anche chi c'era prima, forse, non era così convinto della bontà di certi risultati. il delusissimo Pettinicchio, magari, si è sentito blindato troppo presto. Tanto da ricominciare a lavorare in prospettiva, al fianco di Domenico Pellegrini, direttore generale con funzioni di direttore sportivo. Ma, come spesso accade, l'uomo più inattaccabile è diventato il più vulnerabile. Del resto, qualcosa non andava come doveva, negli ultimi tempi: avevamo decodificato facilmente, tutti. Sulla strada che porta alla conduzione del prossimo Taranto si erano frapposti altri nomi. E uno su chiunque: quello di Enzo Maiuri, milanese alloggiato sullo Jonio da tanti anni che sta attualmente traghettando la Casertana attraverso i mari misteriosi dei playoff nazionali di quinta serie. E, infatti, è proprio Maiuri il candidato numero uno al ruolo di caudillo della squadra che sarà.  Al suo fianco, si dice, si sistemerà Alessandro Desolda, operatore di mercato che, con Maiuri, ha già lavorato a Brindisi. Soluzione, questa, sgradita a Pellegrini, ovviamente: e che ne potrebbe facilitare il disimpegno. Sono giorni abbastanza caldi, ecco. E confusi. L'ultimo consiglio di amministrazione, intanto, non entra nei dettagli tecnici, limitandosi a sviscerare problematiche puramente economiche. E il motivo, riassumono i meno ottimisti, è la consapevolezza di non disporre di grande liquidità. In sintesi, occorre ripianare la stagione ancora in corso (con centocinquantamila euro, pare) e, dunque, pensare al domani: ma con un budget limitato. Settecentomila euro garantirebbero un torneo, il prossimo, importante. Ma non vincente. Certo, non è detto che, chi spende di più, ha sempre ragione: ma le possibilità, evidentemente, si allargano. E non è affatto improbabile che altre concorrenti riescano a reperire fondi più sostanziosi. In questo caso, allora, la piazza - che in D si sente stretta e avvilita - comprenderebbe il programma societario? Lo avvallerebbe? E, soprattutto, lo avvallerebbe Maiuri, che a Taranto ci vive e che, sui due Mari, non potrebbe neppure pensare di fallire?