lunedì 17 febbraio 2014

Quando la qualità fa la differenza

La settimana difficile del Monopoli (De Luca via, De Luca reintegrato, polemiche, silenzio stampa, tifoseria imbronciata) carica di tensione la gara che arriva: e i novanta minuti di una domenica come le altre diventano, all’improvviso, i più difficili e delicati. Terreno buono per il San Severo, che scende al Veneziani per scrivere il suo compitino saggio e, possibilmente, efficace. Pochi slanci, poca tecnica, un minimo di ordine: la resistenza della formazione di Rufini dura un’ora o poco più, senza neppure l’intoppo dell’affanno. L’avversario è contratto, discontinuo nella proposta, pensieroso, morbido. E tutto va come deve. Non c’è ritmo, nella manovra della squadra di casa. E neppure intensità. Il match è abbastanza ingessato e i dauni non possono chiedere di meglio. Passano i minuti e il San Severo acquista persino confidenza con il campo, avanzando di qualche metro: quanto basta per tenere i pericoli il più distante possibile. Il Monopoli galleggia, cercando un guizzo, un varco, l’illuminazione in mezzo al campo. Che arriverà solo più tardi, a ripresa già avviata, appena si affaccia sul campo Laboragine, uno dei meno convincenti nell’ultima uscita, quella di Brindisi,  e sin lì tenuto in panca, al pari di Castaldo. Laboragine, in realtà, spacca la partita. Contestualmente, il collettivo di De Luca acquista il passo, le dinamiche, il dinamismo, l’ampiezza, la continuità, l’agilità. A Lanzillotta e soci bastano pochi minuti per reinventarsi il copione, forzare il destino e chiudere i conti. Sul risultato finale (quattro a zero) c’è poco, alla fine, da commentare. Il San Severo umile e operaio, improvvisamente, sprofonda. Un paio di punte in più (prima El Ouazni e poi Cesareo) e la rivisitazione del modulo (dal più scolastico 4-4-2 ad un più aggressivo 4-3-1-2) non reggono l’urto e ogni buon proposito si frantuma. Proprio nel momento in cui la gente di Rufini si ritrova nella condizione di chiedere a se stessa qualcosa di più della semplice gestione delle normali operazioni di traffico. E’, cioè, una questione di qualità strutturale: con la quale occorrerà evidentemente convivere e con cui la squadra dovrà affrontare l’ultima parte del campionato, quella decisiva. Non una bella notizia, a quanto pare. Soprattutto in un momento storico caratterizzato dalla sicurezza che sembra assistere diverse concorrenti alla salvezza. Dall’altra parte, invece, il Monopoli ritrova il risultato e, parzialmente, la serenità: riavvicinandosi idealmente alla propria gente, anche se – ad esempio - l’attrito tra una parte dei sostenitori e il tecnico rimane. Il resto, piuttosto, arriverà – se arriverà – con la continuità di rendimento. Quella sette sconfitte conosciute lontano dal proprio terreno di gioco, del resto, pesano ancora molto. Mentre il campionato (a proposito, il Matera si stacca e tenta la fuga) pretende un atteggiamento sempre vigoroso, aggressivo. Come quello della seconda porzione della gara di ieri, ovviamente: non quello del primo tempo, per intenderci.