lunedì 24 febbraio 2014

Grottaglie, sconfitta che mente

Tra dicembre e gennaio, il Grottaglie ha immagazzinato più qualità diffusa. E assoldato, anche numericamente parlando, la gente che può trascinarlo alla salvezza. Persino senza passare dai playout. Pettinicchio, poi, è un tecnico navigato, che sa assemblare il gruppo. Quattro successi nelle ultime cinque uscite, infine, riconsegnano ottimismo, fiducia, speranza. Riavvicinando il pubblico agli spalti del D’Amuri. C’è un’aria diversa, dunque, attorno all’Ars et Labor del duemilaquattordici. E lo scontro con il deludente Matera capolista sembra avvalorare certe sensazioni, determinate prospettive: malgrado il risultato che esce dal match sia fastidioso (zero a uno, i lucani accelerano e allungano su Marcianise e Taranto), ancorché bugiardo. Di fronte alla formazione di Cosco, anzi, è proprio il Grottaglie a farsi preferire. Per intensità, ordine tattico, gestione della palla, quantità. Per un’ora buona e anche qualcosa in più. E’ la squadra di Pettinicchio ad osare qualcosa in più. Con personalità. Il Matera, invece, si affida al mestiere, ad un pragmatismo robusto e alla malizia: ma senza brillare. Con un calcio un po’ opaco: redditizio, certo, però sbiadito. Impermeabile nella sostanza, ma non troppo convincente: neppure in fase di non possesso. Di più: il Grottaglie fa la gara e anche il gol che la decide. Sbagliando porta. Botticini, proprio davanti a Maraglino, prova a precedere un avversario, va in fibrillazione e si assume la paternità di una sconfitta incongrua. Accade tutto a metà del primo tempo, ma tutti i minuti che restano non bastano a recuperare il pari che, al di là dei torti e delle ragioni, costituirebbe uno score di assoluta utilità. Così come non serve la temporanea superiorità numerica: in undici contro dieci l’Ars et Labor precipita in un’altra ingenuità individuale (Fumai commette fallo da tergo) che finisce con il costare il ristabilito equilibrio delle forze in campo e un’altra buona dose di chances. Se non altro perché proprio il trequartista barese, operando tra le linee, sta disturbando non poco il traffico davanti all’area di rigore lucana. Nell’ultima mezz’ora, così, il Grottaglie si scopre un po’ più sfilacciato, meno pungente e pure meno lucido. Tiene ancora palla, ma perde alcune coordinate. E, di conseguenza, il match. Ma non la fiducia, né la speranza. O l’ottimismo. Anche un certo tipo di sconfitte, in fondo, rafforzano la certezza di potersela finalmente giocare contro chiunque, ogni settimana. E la caduta di ieri fa parte di questa categoria. Anche se altri due cartellini rossi in novanta minuti (a fine gara Maraglino si pregiudica almeno un paio di turni) lasciano credere che il Grottaglie debba ulteriormente crescere: la permanenza, del resto, passa anche attraverso il governo dei propri sentimenti e delle situazioni. Non solo quelle di gioco. Lo stesso Pettinicchio concorda, tra amarezza e fatalismo. Non fosse per questo, probabilmente, calerebbe sin d’ora le mani in tasca, tastando il traguardo. Senza troppi dubbi.