La rincorsa si interrompe
proprio quando l’appetito si allarga voluminosamente e la posta assume un peso
specifico decisamente rilevante. Il Lecce, in casa, si piega alla capolista
Perugia, due volte in doppio vantaggio. Riuscendo a rimediare solo nella prima
occasione. E scalciando la prospettiva di ridurre drasticamente quello che
rimaneva del corposo disavanzo di un tempo. Il match è ricco: di gol (finisce
quattro a tre per la formazione di Camplone) e di gioco. Se è vero, come è
vero, che un osservatore qualificato come Serse Cosmi applaude con convinzione
a vincitori e sconfitti, indistintamente. Il responso, invece, è povero. Perché assorbe diversi indizi negativi (lo svantaggio maturato molto presto, la tensione accumulata a partita in corso, la prestazione robusta dell'avversario, qualche indecisione individuale, l'inferiorità numerica che frena il progetto della seconda rimonta). Ma, al
di là di tutto, resiste una sensazione: la gente di Lerda continua ad essere
parte attiva negli intrecci di un campionato che premierà immediatamente una
protagonista e, in seconda battuta, chi saprà gestire meglio la lunga questione
dei playoff. Ai quali, almeno, il Lecce sta ultimamente dimostrando di poter
ambire con legittima ambizione. Non che il discorso per la prima piazza sia
ancora aritmeticamente chiuso. Nonostante i dieci punti dalla vetta, adesso, comincini a farsi distintamente sentire. L’ultima partita, però, chiarisce che,
probabilmente, questa squadra deve necessariamente puntare alla solidificazione
del proprio processo di maturazione e, magari, rassodare la propria posizione
alle spalle della formazione umbra e del Frosinone, viceleader del torneo. E, dunque, prepararsi psicologicamente al rush finale (da marzo in poi gli
equilibri possono mutare: lo dice la storia della serie C) e, eventualmente,
alla lotteria degli spareggi. Che mai come questa volta saranno fisicamente e
mentalmente dispendiosi. Una lotteria diversa dalle precedenti: dove il
piazzamento finale nella regular season conterà davvero molto più di un po’. E
dove il Lecce, chissà, potrà partire privo della pesante corazza del favore del
pronostico. Che l’anno passato intralciò non poco.