martedì 8 aprile 2014

De Luca e l'improrogabile epilogo

Il derby con il Taranto è perso. E, con il derby, anche ogni oggettiva possibilità di promozione. Almeno quella in prima battuta. Perché, se non altro, la battaglia per inserirsi nella griglia dei playoff continua. Malgrado, adesso, i desideri del Monopoli non siano affatto blindati (Francavilla e Brindisi inseguono e sperano ancora). O tutelati: né dal calendario (gli adriatici, ad esempio, domenica riposano e poi incontreranno il Marcianise), né dal nuovo profilo psicologico del gruppo, adesso obbligato ad assorbire in fretta l’ultima mazzata e, quindi, a reagire. Sì, il derby si consuma senza gloria e l’ambiente monopolitano deglutisce molto male il responso del campo. Scagliandosi soprattutto sul condottiero della squadra, ritenuto il responsabile principale della prima caduta stagionale al Veneziani: per la formazione proposta all’inizio della sfida, più che per l’atteggiamento speso sul campo nella seconda parte della gara. Claudio De Luca, oltre tutto, al novantesimo dribbla l’appuntamento rituale sotto la curva. E il particolare non sfugge agli affezionati più intransigenti: anche perché l’episodio si nutre di qualche precedente che ha contribuito, nel recente passato, ad allontanare le posizioni del tecnico di Castellana da quelle della tifoseria. Che, peraltro, tributa alla squadra applausi sinceri. Questo passaggio, in realtà, ratifica lo sgretolamento di un rapporto già abbondantemente deteriorato. E che la situazione caotica venutasi a creare dopo la partita di Brindisi ha abbruttito. De Luca, inoltre, finisce per scontare le asperità di altre contingenze, come il diverbio avvenuto  proprio domenica scorsa in tribuna tra un suo parente stretto e alcuni supporters. Di certo, tuttavia, nella mattina di ieri si sparge la voce delle sue dimissioni: ma chi conosce un po’ il carattere del tecnico, fatica a crederci. Di fatto, però, la società decide di intervenire compiutamente: e, dal summit serale, sempre di ieri,  scivola una notizia abbondantemente prevista. Le strade si separano. E, ufficialmente, si tratta proprio di dimissioni: anche se resta forte la sensazione di una motivazione di comodo. Esonero oppure no, comunque, cambia poco. L’epilogo, alla piazza, è gradito. Forse pure inutile, ma forse no. Perché l’incompatibilità ambientale si è fatta, giorno dopo giorno, sempre più pressante. Perché, se ben sfruttato, il cambio di panca (arriva, nel frattempo Elio Cocco, sin qui responsabile della formazione Juniores) potrebbe inaugurare, in anticipo sui tempi, la pianificazione della stagione che verrà. E soprattutto perché, ad un mese dal traguardo, il club comincia seriamente a temere anche l’esclusione dall’appendice dei playoff: un accadimento che, oggettivamente, si trascinerebbe appresso il sapore del fallimento.