lunedì 21 dicembre 2009

Il nuovo Francavilla è più squadra

Il nuovo Francavilla possiede maggior personalità, prova a dettare il gioco, viaggia a ritmi più alti. Detto in una frase, è più squadra. E sembra migliore della sua precedente versione anche sotto il profilo atletico: anche se, in fondo ad una gara densa, un po’ di stanchezza affiora. Non è difficile accorgersene. Rivisitato e corretto (molto rivisitato, decisamente corretto), l’organico affidato (o riaffidato) alle cure di Mino Francioso offre le garanzie che il materiale umano gestito dall’avvio di torneo da De Rosa non avrebbe saputo assicurare. Il concetto è indiscutibile, ci pare. E ci sembra anche che la riuscita della missione (la salvezza) possa essere possibile. Primo, perché questo gruppo sembra deciso a battagliare. Secondo, perché il Francavilla che supera in casa la Casertana (uno a zero, al fotofinish) non appare disposto a soprassedere prima di aver tentato tutte le strade. Terzo, perché le concorrenti da inseguire sono tuttora visibili. Quarto, perché in questo campionato non c’è eccessiva qualità diffusa. Quinto, perché certi segnali qualcosa devono pur dire. Per esempio: la Casertana si difende discretamente e il Francavilla non riconosce facilmente la porta (per l’occasione, davanti, stazionano due under, Maraschio e Schirinzi: il difetto di esperienza esiste e si nota). Il nuovo artigliere Radicchio, oltre tutto, è ancora indisponibile, così come Maraglino. Eppure, ad una manciata di minuti dalla conclusione del match, il diciannovenne Paciullo si ritaglia una possibilità, rilevando proprio Schirinzi, e la sfrutta benissimo, correggendo una palla vagante davanti alla porta. E risolvendo una partita mai semplice e in via di archiviazione. Ma caratterizzata anche da un dato, che non va sottaciuto, né dribblato: Francioso, nel corso dei novanta minuti più recupero, anche per un’esigenza reale dettata dalle contingenze, utilizza ben otto giovanissimi, partendo peraltro con sei sottoquota, uno in più del dovuto. Francavilla giovanissimo sì, ma anche tenace. E prossimamente, chissà, anche più appuntito. Che è poi la condizione necessaria per festeggiare, a maggio. Senza la quale, è ovvio, il resto sono chiacchiere. O speranze devitalizzate.