giovedì 3 dicembre 2009

Tanto per farsi del male

Il pallone è ostico a qualsiasi latitudine. Da un po’, anche a Grottaglie, piazza di tradizionale serenità. L’Ars et Labor arriva da una stagione travagliata: l’ultima. Macchiata da una retrocessione sofferta sul campo, ai playout, e poi riabbellita dal faticosissimo ripescaggio Adesso, è una formazione che prova a trovare una quadratura definitiva e che cerca di ottenere l’obiettivo (la salvezza) senza faticare troppo. Il disegno, oggi come oggi, sembra riuscire: la gente di Maiuri, in coda ad una partenza affannata, ha saputo costruirsi una credibilità e, innanzi tutto, una classifica. Ma il Grottaglie è una formazione che cerca conferme e che non può prescindere dall’organizzazione in campo, da una condizione psicofisica confortante e dall’impegno consapevole: in settimana, così come ogni domenica. Cioè: per sopravvivere, deve farsi trovare nelle migliori condizioni. Sempre. Diverse volte, accade. Talvolta, no. Domenica scorsa, ad esempio: quando il Matera, abituato ad imporsi lontano dal campo amico, ha violato l’erba del D’Amuri. Senza scandalo, sia chiaro. E denudando qualche problema che, evidentemente, il Grottaglie si porta dall’avvio della stagione. E che, probabilmente, lo accompagnerà sino alla chiusura del torneo, se la seconda sessione di mercato non provvederà a migliorane i contenuti o a limarne le difficoltà. La sconfitta, peraltro, non sembra aver pregiudicato assai la classifica, ancora rassicurante. Ma ha stizzito (anche parecchio) la tifoseria. E la contestazione (di contestazione vera e propria, infatti, si tratta) ha ferito il gruppo. Comprensibilmente: perché iniqua. Esagerata. E affrettata. Ma anche discendente diretta dell’insoddisfazione accumulata nel passato torneo. Ormai andato via, con tutte le sue problematche e le sue polemiche. Polemiche che, forse, qualcuno vorrebbe trasportare sin qui. Per motivazioni oscure o trasparenti: dipende dalle angolazioni di osservazione. Così, tanto per farsi del male.