lunedì 14 dicembre 2009

Manca l'ardore, cade il Grottaglie

Il Grottaglie cade ancora. E ancora in casa. Forse non si fa troppo male (il margine di sicurezza dal quartiere più caldo della classifica è tuttora ampio), ma, nell’approccio e nella gestione della gara, c’è qualcosa che non convince. Al di là della differenza di spessore tra la formazione di Maiuri e il Pianura, squadra creata per vincere e per imporsi tecnicamente, ma che una dose di dinamismo in più avrebbe potuto arginare di più e meglio. L’approccio, dunque: il Grottaglie nasce imballato, lento. Si adegua al ritmo (basso) dell’avversario: che, però, può permetterselo. Non aggredisce: e la rete del vantaggio (deviazione decisiva) non modifica il senso del discorso. Vero: i campani soffrono lo svantaggio e si perdono, per un po’. Ma poi le risorse bastano a rianimare l’undici di Gargiulo e a ribaltare lo score. Oltre tutto, l’assetto difensivo dell’Ars et Labor è tenero, permissivo. La gestione del vantaggio, cioè, lascia perplessi. Anche se, a ripresa appena cominciata, l’accelerazione delle operazioni conduce al pareggio. Temporaneo: perché, sulle palle inattive, i partenopei si appoggiano spesso e bene. E perché il Grottaglie, sotto pressione, continua a sbandare. Senza – ed è questo il peccato più pesante – abbozzare al momento giusto una reazione convincente. Detto tra i denti: non è scandaloso soccombere di fronte al Pianura. Ma lascia perplessi la quantità di agonismo profuso. In un campionato dove, prima di tutto, contano la corsa e l’ardore.