mercoledì 9 dicembre 2009

Taranto, attendendo gennaio

Non rimane che attendere gennaio. E il mercato che riapre. Perché il Taranto cambierà tratti somatici. Perché il Taranto, sfigurato anche dal derby di Andria, deve cambiare passo e protagonisti. Al di là delle esigenze (ormai visibilissime): perché patron D’Addario è stato chiarissimo. Ribadendo un concetto ormai datato e solo per un po’ accantonato. Troppa gente, nello spogliatoio. Troppa gente che non si industria. Che non incide sul campo. Che non crede al progetto, quello dell B, per niente accantonato da chi comanda la nave: e che, dunque, non segue le direttive della società. E, aggiungono troppi osservatori, neppure quelle del tecnico Brucato, peraltro invitato dal presidente a perseverare. Ma con giudizio: cioè, ascoltando le ragioni e, soprattutto, i consigli (tecnici, tattici, comportamentali) della proprietà. La cattiva figura di Andria (sconfitta senza alcun onore) sembra aver scritto la fine di un capitolo. E l’inizio del nuovo. In cui il coach, ancora più di prima, dovrà adeguarsi. E condividere. Tanto da dover accettare l’ombra di Franco Dellisanti, tecnico della formazione Berretti promosso al ruolo di tutor o di qualcosa di simile. Sì, Dellisanti: recentemente messo in discussione per il proprio lavoro svolto all’interno del settore giovanile e, adesso, evidentemente rafforzato da un’ulteriore dose di stima. Caso singolare, indubbiamente: se non altro, perché l’idea di tutor (o di consigliere, seppur esperto) che arrirva dalla base (il vivaio, appunto) non depone troppo in favore del tecnico della prima squadra, sin qui non eccessivamente ascoltato dalla truppa e, ora, ulteriormente delegittimato. Ma tant’è. Non ci rimane che attendere gennaio. E la rivisitazione di un organico che non risponde. Anche se l’epurazione (già minacciata e poi congelata) comincerà prima. Sùbito, anzi. Del resto, è inutile perdere altro tempo: un allenatore (qualsiasi allenatore) non potrà trarre molte indicazioni ed energie da giocatori che sanno di dover andare via. Dunque, delegittimati anche loro: agli occhi della gente. Che conosce perfettamente, ormai, nomi e cognomi dei partenti.