sabato 14 luglio 2012

Brindisi, il titolo vola


A Brindisi i lavori procedono. Sintetizzando: Annino De Finis, uno dei soci del club adriatico, si è appena defilato, masticando amaro e rafforzando polemiche già antiche; il presidente Roma ha ufficialmente aperto il nuovo cantiere, che non vuole privare la gente che tifa di soddisfazioni legittime; Mino Francioso, brindisino del rione Paradiso, è il nuovo nocchiero che piace alla piazza e che risveglia gli appetiti (ultimamente ha guadagnato consensi a Pomigliano d'Arco e, prima ancora, a Martina); la campagna di potenziamento procede (dal vecchio Nola è appena arrivavato Cacace, ex Martina come il portiere Pugliese, dal Marsala è stato ingaggiato l'artigliere Palminteri, pedina che possiede mercato, dal Noto è stato contrattualizzato Rizzi e, infine, dal Trani è stato prelevato De Toma). Complessivamente, dunque, il clima è favorevole per pensare positivo. Di più: i conti non tornano per molti e, in C, si comincia a calcolare le defezioni. Cinque club sono già fuori dai rispettivi campionati di competenza e qualcun altro, sicuramente, si aggiungerà in seconda battuta. Allora, il Brindisi (dodicesimo nella graduatoria ripescaggi) prende a coltivare qualche speranza e a regalarsi un po' di illusioni: non si sa mai. La società, intanto, infrange il slenzio e ammette di pensare al salto non programmato, proclamandosi pronta ad un graditissimo salto di categoria. Pochissimi mesi dopo la minaccia di un nuovo impasse economico, che a metà della stagione appena conclusa sembrava avesse tranciato nuovamente qualsiasi ambizione: niente male, davvero. E smentendo, di fatto, pure le parole del nuovo sindaco Consales, convinto della migliore affidabilità di una programmazione graduale. Ma, nell'eventualità (seppur remota) che il ripescaggio si materializzi davvero, Brindisi e il Brindisi saranno nelle condizioni di reggere l'urto della C2 e del professionismo (ottenuto, nel caso, in anticipo sui tempi previsti)? Gli ultimi due precedenti dicono apertamente di no.