sabato 7 luglio 2012

Martina, avanti a fari spenti

In attesa di collocazione. Ma con la certezza di vivere degnamente il suo presente. Il Martina, a promozione guadagnata, ancora non conosce la dimensione su cui dovrà misurarsi. C unica, oppure il vecchio format, con due divisioni distinte, cioè  la terza e la quarta serie: la Lega Pro deve ancora scegliere. Anche se tutte le sensazioni procedono verso la seconda ipotesi. Nessun problema, comunque. Perchè, se la C unica finisce per cancellare totalmente il gap accumulato con il fallimento della vecchia società, la semplice ammissione alla vecchia C2 consente a Muschio Schiavone e ai suoi soci di ambientarsi al professionismo per gradi. Riducendo i rischi e permetendo di pianificare con più serenità il futuro. Comunque vada, però, niente paura. Se non altro, perchè in Valle d'Itria sembra prioritario il processo di fortificazione del progetto, che poi passa anche attraverso la solidificazione dell'organico che ha appena conquistato l'ultimo torneo di D. Oggi come oggi, il Martina non appare dsposto a rivoluzionare l'assetto, ma a modellarlo: una soluzione che ci sentiamo di condividere. Il mercato, pare di capire, non toccherà ccessivamente l'elenco dei disponibili: anche se non è escluso che gente come Picci o Chiesa possa emigrare altrove. Certo, il timoniere della squadra (Bitetto) non potrà vantare la riconferma. Malgrado lo scudo protettivo di Adriano Favia. Il tecnico barese e il club si sono lasciati improvvisamente e anche un po' freddamente: con non poca sorpresa. Bitetto ha pure liberato qualche dichiarazione, intrisa di rammarico, ma il Martina non ha replicato, lasciando perdere. Anzi, offrendo sostanza al proprio proposito di apparire poco. La società, infatti, ha sensibilmente ridotto il suo raggio d'azione mediatico, stoppando anche il fertile canale dei comunicati stampa. Parlerà, da qui in poi, soltanto il sito web ufficiale. Nessuna concessione a chiacchiere, supposizioni, dibattiti: solo notizie certe, a fatti compiuti. Come l'assunzione del nuovo trainer (dovrebbe essere Totò Ciullo, ex Melfi), che però sta già lavorando sotto traccia, si dice. E, magari, di un direttore sportivo: figura ancora mancante, del resto (si parla di Califano, ex attaccante particolarmente prolifico). A fari spenti, è sicuro, lavorare è più facile.