martedì 10 luglio 2012

Una colletta salverà l'Andria?

La salvezza, senza neppure passare dai playout (eppure creduti inevitabili, ad un certo punto), come una garanzia. Di un futuro. Poi, in estate, l'Andria avrebbe dovuto riprovare a programmare: dalla piattaforma della terza serie. Cioè, a risistemarsi: sotto il profilo societario, che era la priorità assoluta. E ripartire con fondamenta più solide. Via Fusiello (ancora proprietario delle quote, tuttavia), urgeva un nuovo comandante. E contante da utilizzare velocemente. Niente da fare. Invece, l'impossibilità di assicurarsi una fidejussione per la nuova stagione agosnistica rischia fortemente di invalidare lo sforzo (minimo) dell'iscrizione, già regolarizzata, e di cancellare il diritto acquisito. L'Andria come il Taranto: è l'equazione alla quale la tifoseria non vuole assolutamente pensare. Proprio la base, però, sta accorrendo in soccorso al blasone del club: la sottoscrizione popolare è l'ultima strada, è la mossa più disperata. Che, peraltro, non eviterebbe il punto di penalizzazione già guadagnato per non aver completato nei tempi federali la pratica: pochissima roba, comunque, di fronte al problema vero. La gente che si muove, intanto, diventa il paradosso della realtà: crederlo, in un momento storico come questo, è difficile. Un paradosso intriso di romanticismo, ma che immediatamente diventa uno schiaffo doloroso. Per tutti. Sempre più convinti che il pallone sta morendo. E che non ha futuro. Come non ha futuro un Paese che, dalla lotterie, è passato direttamente alle collette.