lunedì 12 novembre 2012

Taranto, la società si agita

Il Taranto chiede al campionato un successo, il terzo della stagione, per acquistare colore e dignità. E il successo, infine, arriva. Occorre, però, attendere allo Iacovone il Grottaglie, formazione che si conferma strutturalmente inadeguata per garantirsi la salvezza, malgrado i due recenti innesti (Rebecca e Vitagliano), eppure sostanzialmente in gara prima del tre a uno griffato Stigliano (finirà quattro a uno, ma ad un certo punto Radicchio sciupa un paio di volte l'occasione del due pari, prima che gli ospiti si ritrovino in inferiorità numerica). Traducendo, ecco tre punti di fiducia per la gente di Pettinicchio, ma il lavoro è ancora assicurato: prima e anche dopo la seconda sessione di mercato. Alla quale, è chiaro, il club jonico dovrà ricorrere: per fortificare le sue fondamenta, ma anche per avvicendare un po' di pedine verbalmente esautorate già da un po' e, comunque, ormai ai margini del progetto. Nel quale, palesemente, hanno faticato ad incastrarsi. Ecco, appunto: proprio ieri, nel corso del match, davanti alla telecamere, il socio forte del Taranto (Bongiovanni) ha dettato con la sua tradizionale enfasi e con una manciata di doppi sensi il proprio disagio, scavando una nuova distanza tra la società e i nomi più rappresentativi del gruppo (facile, peraltro, capire anche i destinatari del messaggio: basterebbe ripassare la formazione schierata nel derby di terra jonica e soffermarsi su chi non c'era). Ufficialmente, il plenipotenziario rossoblu avrebbe invitato i più distratti a correggere atteggiamenti e rendimento. Di fatto, però, il club sembra aver creato una nuova barriera tra sè e parte dell'organico: provando, lo pensiamo sommessamente, ad avvicinarsi a certe correnti di pensiero popolare. O, meglio, ad allontanarsi da certe scelte del passato. Rinnegandole. Non vorremmo, però, che certe dichiarazioni possano infervorare ancora i più oltranzisti del tifo: del resto, la notizia del raid punitivo di alcuni ignoti sulle auto personali di sei tesserati è ancora fresca (i fatti sono della settimana scorsa). Se non altro perchè, è noto, a Taranto il pallone è spesso vissuto ancora troppo visceralmente. E, dunque, è sempre una pratica intelligente mostrare attenzione pure alla parole che si utilizzano nei periodi più cupi. Ma non è tutto: il club bimare (pensieri, questa volta, del presidente Zelatore) scopre di possedere molti nemici. E pubblicizza l'avvinemnto candidamente. Pensiamo, tuttavia, che in un momento storico particolarmente delicato e ombroso come quello che sta vivendo la società (inesperta, calcisticamente parlando, ed umorale), gestire l'attualità il più seranamente possibile potrebbe alleviare il peso dei giorni. Accentrare volutamente su di sè i riflettori, invece, è esattamente quello che non serve, quando si naviga in acque particolarmente mosse.