sabato 12 gennaio 2013

Brindisi, corsa contro il tempo

In fondo alla strada, i difetti di costruzione emergono tutti. E la struttura implode. Lascinado macerie e trascinando polemiche rumorose. Il Brindisi, un anno e mezzo dopo la ricostruzione, sta per annegare di nuovo. In mezzo al campionato, oltre tutto. Anche se, di fronte alla crisi che mina il futuro del club, i fatti della domenica sono un problema secondario. Dunque: Roberto Galluzzo, l'amministratore delegato, si è defilato. L'assemblea dei soci, convocata nel frattempo, ha nominato un successore (l'imprenditore Enrico Sciacca, peraltro assente: farà sapere se accettare l'incarico oppure no), ma non ha saputo sanare la questione nella sua intierezza. L'armonia, all'interno del gruppo di comando, è utopia pura: la proposta di Giuseppe Roma (ricompattare il fronte per permettere alla squadra di completare il percorso e, possibilmente, salvarsi) finisce per scontrarsi con i pensieri altrui. E, intanto, un altro socio (Annino De Finis) pensa al complotto e incrimina la vecchia amministrazione comunale di non aver mantenuto quanto promesso. Attaccando anche Galluzzo (gestione incauta). Risultato: la porta del Tribunale è dietro l'angolo. Tanto da farci ricredere su quanto avevamo scritto, nel recente passato (cioe: Brindisi, oggi, non è nelle possibilità di mantenere il professionismo). Sbagliato: conservare anche la serie D è già un'impresa disperata.