martedì 29 gennaio 2013

Il derby, il rilancio, la rissa

Il derby di Foggia. E, sette giorni dopo, un altro derby (battuto l'ormai ex vicecapolista Bisceglie). In una settimana, due successi di fila rilanciano il Taranto. Che raggiunge la linea mediana della classifica, progettando la scalata verso posizioni esteticamente più godibili e fiutando addirittura il sesto posto, ovvero una piattaforma insperata, appena un mese addietro. Dalla quale ripartire, almeno teoricamente, in vista della stagione che verrà. Ma anche un obiettivo doveroso, per un organico decisamente potenziato in corso d'opera. E che, probabilmente, comincia a carburare con qualche partita di ritardo. Spinto, ancora una volta, da Mignogna: il cui sigillo, al tramonto del match, sembra definitivamente bruciare tutte le ambizioni del Bisceglie di Ragno. Nessuno si entusiasmi, però. Si due Mari è espressamente vietato. La soddisfazione sfuma presto, nel segreto degli spogliatoi. Appena fuori, invece, è già guerra. Guerra intestina. Tra le due fazioni di una società che si sta sfibrando al vento dei rancori. Tutto comincia nella settimana appena trascorsa: riassumendo, due consigli d'amministrazione saltano per l'assenza del presidente Zelatore, la Fondazione Taras insorge, il vicepresidente Nardoni pensa concretamente alla scalata verso la poltrona più importante. Dietro, dicono i più maligni, si intravede un problema di liquidità. Se ne riparlerà il quattro febbraio, data già fissata per quello che appare un regolamento di conti: in quella data, il socio forte (Bongiovanni) potrebbe ritrovarsi in posizione di subalternità. Nel frattempo, i rapporti tra la presidenza e il suo entourage e il direttore generale Pellegrini, fortemente legato a Nardoni, si complicano. E, a derby appena consumato, proprio ieri, accade il fattaccio. In breve: Nardoni concede un'intervista, Zelatore non gradisce e non lo nasconde, promettendo resistenza e attaccando gli avversari. Intanto, l'addetto stampa rivela che la squadra e il tecnico non parleranno: per la presidenza è una prevaricazione, una decisione autonoma, non concordata con la reggenza del club. Il numero uno si eclissa, ma in sala stampa compaiono immediatamente dopo il tecnico Pettinicchio e Pellegrini, che smentisce l'ordine di rimanere in silenzio. La presidentessa ritorna sulla scena, la tensione sale. Frizioni assortite, prima tra il digì e l'addetto stampa, poi tra lo stesso Pellegrini e Zelatore. Interviene Bongiovanni, quindi si rischia la rissa. Tutto davanti alla telecamere, in diretta. Fine delle trasmissioni. Ovviamente, non finirà qui. Prossimo round, se non accade nient'altro prima, il prossimo lunedì. Dove, magari, cambieranno le cariche, ma non i personaggi: obbligati a convivere ancora, ma senza reciproca soddisfazione. Perché, ci sembra chiaro, nessuno si farà da parte. Domanda: al di là del peso specifico delle quote di ciascuno e della liquidità che le parti sapranno garantire, una società fortemente divisa potrà assicurare al Taranto un futuro tranquillo? Conosciamo già la risposta: no.