lunedì 21 gennaio 2013

Il Foggia tradisce i playoff

Non è cambiato poi molto. Non appena costruisce qualcosa di interessante, il Foggia distrugge: con caparbia puntualità. Illogiche emozioni: sono il segno distintivo di una squadra che, evidentemente, non è ancora matura per l'obiettivo - faticoso, a prescidere - che si è autoimposto, ovvero l'aggancio alla quinta poltrona del girone, che promuoverebbe Agnelli e compagni alla lotteria di fine stagione, i playoff. Quinto posto ancora saldamente proprietà del Monopoli: che, in questo momento della stagione, non abbaglia. Ma che, almeno, si lascia premiare dalla continuità dei risultati (vittoria in casa, pareggio fuori: basta e avanza). La domenica appena consumata, intanto, è di gala: arriva il Taranto e il derby è assolutamente inedito, per la quinta serie. Tanto inedito da far rabbia, ecco. Il vantaggio del Foggia arriva: però, alla fine, gioisce la gente di Pettinicchio, capace di risollevare la partita, di reindirizzarla, di capovolgerne il senso. E Micale, portiere under, guadagna persino convinti consensi. Coach Padalino, in sala stampa, non perde l'aplomb e rivendica l'equità del pareggio, malgrado la cattiva gestione della seconda parte della gara. Ma il presidente Pelusi bacchetta l'abitudine del tecnico, ormai consolidata, di rimestare domenicalmente modulo e giocatori. Gli esperimenti, cioè, disturberebbero la lievitazione del gruppo, la digestione di un torneo ormai compromesso. Il traguardo playoff sembra, del resto, essere chiaramente diventato la chiave d'accesso al concetto di credibilità, al futuro prossimo. Spieghiamoci: il prossimo anno, il Foggia punta a vincere, senza indugi. E, per farlo, necessita di investimenti: che una buona manche di ritorno, in questo campionato, potrebbe teoricamente attirare. Di contro, è anche logico che l'allenatore sondi e prepari il terreno: cominciando a capire chi merita di far parte del progetto che verrà e chi no. In mezzo, tuttavia, c'è il presente, che non può essere facilmente svenduto. E un piazzamento di prestigio che si allontana, più o meno irrimediabilmente: nonostante gli sforzi di ottimismo del club. Bel problema. L'impressione, la nostra impressione, è che Padalino dovrà sbrigarsi a decidere. Rinunciando, magari, a qualche verifica. Prediligendo le esigenze della quotidianità. Prima che il futuro, sulla panchina del Foggia, appartenga a qualcun altro. Sconti non se ne fanno più, per nessuno. Figuriamoci in un ambiente lungamente sfigurato dalle delusioni. E ancora troppo passionale per immaginarne altre.