martedì 17 dicembre 2013

Due storie inversamente proporzionali



Il Brindisi perde male – molto male – anche sul campo del San Severo (non è una novità, per la formazione di Totò Ciullo, sfigurare di fronte a formazioni teoricamente niente affatto trascendentali) e, nell’ambiente, sgomita la sensazione che qualcuno, all’interno dell’organico, abbia volentieri sperato nell’insuccesso con scarso decoro per poter contare, immediatamente dopo, sullo svincolo. E, di conseguenza, sul trasferimento, proprio in dirittura d’arrivo della seconda sessione di calciomercato. Non ne fa mistero, del resto, neppure il presidente Flora: che abbandona gli spalti del neutro di Lucera prima del novantesimo, precisando con rabbia che nessuno lascerà Brindisi. E che, anzi, la squadra verrà potenziata ulteriormente. Al di là degli episodi e di certe oscure pieghe, sull’Adriatico sta accadendo qualcosa. La squadra si è inabissata in una certa mediocrità di fondo e, soprattutto, le operazioni di mercato sembrano aver corroso – più del previsto, più del normale – la quotidianità del club. Mentre, sullo sfondo, passano determinate immagini già viste negli studi televisivi di un’emittente locale e le polemiche, ancora recenti, consumate tra lo stesso Flora e il direttore generale Carbonella, tra il presidente e un procuratore assai vicino (un tempo, almeno) alle scrivanie di via Brin. Tanto per capirci, proprio mentre scriviamo, sembra dissolversi anche la pace temporanea tra i due massimi dirigenti brindisini: condizione che porterebbe, questa volta definitivamente, il diggì lontano dal Brindisi che sarà. Epilogo inevitabile, ma – probabilmente – anche opportuno: se la situazione si è incancrenita, meglio recidere il rapporto. Sarà meglio per tutti. In queste ore, intanto, la società potrebbe rafforzare l’elenco a disposizione del trainer (con Marinucci Palermo? Con altri nomi?), zittendo ulteriori illazioni e nuovi sospetti. E, magari, provare a rimarginare in fretta la ferita di Lucera: che rimane, però, profonda. Anche perché patita in casa di un San Severo decimato dalle ultime evoluzioni di mercato e, perciò, scarsamente accreditato. Un San Severo liberatosi di molti fedelissimi del tecnico Rufini (che, comunque, continua – almeno ufficialmente – a sposare la filosofia societaria) e rimodellato attorno ad interpreti meno considerati, ma evidentemente dotati di maggior appetito e di stimoli superiori. Proprio due ingredienti che, attualmente, fanno difetto al Brindisi. Due storie distinte e inversamente proporzionali: questa riapertura del mercato rischia di terremotare il campionato. O di condizionarlo, chissà per quanto. Davanti e indietro.