Calcio discontinuo e profitto limitato, se
comparato alle attese. Il Monopoli, così, a dicembre si reinventa,
approfittando della seconda sessione di mercato. E sconfessando larga,
larghissima parte delle scelte estive: Di Rito, De Toma, Vetrugno e Adeshokan,
sull’Adriatico solo per quattro mesi, trovano altre sistemazioni e nuovi
stimoli tra la serie D e l’Eccellenza. Se ne va anche Strambelli, uno dei big un tempo (neanche troppo lontano)
molto amati e, ultimamente, particolarmente criticato (e contestato) dalla
parte più intransigente della piazza. La società, cioè, coniuga in una mossa
unica l’esigenza di liberarsi di qualche ingaggio pesante e la prospettiva di
recuperare qualche pedina più affidabile per i sistemi di gioco ideati da coach
De Luca. Non senza qualche difficoltà, arrivano dunque un difensore esperto
come Esposito, una punta di peso come Pedalino, un’alternativa come Aprile e,
infine, un ulteriore rinforzo in terza linea (Castaldo). Tra il pericolo di un
incidente diplomatico con Leo Vinci (direttore sportivo attualmente senza
vincoli, contattato dal presidente Mastronardi, ma bloccato dalle altre anime
societarie) e una certa preoccupazione popolare. Ancora in bilico tra il
vecchio e il nuovo corso, però, la squadra si presenta (è storia della
settimana passata) sul campo della capolista Marcianise, ritagliandosi una prestazione
di personalità, salda e solida, e intascando un punto pregiatissimo. E, oltre
tutto, rispondendo indirettamente alle accuse di smobilitazione che la
tifoseria ha appena riversato sulla società. Ma, sette giorni dopo, tornando ad
operare sull’erba di casa, il Monopoli frena un’altra volta, di fronte al
rinnovato e abbottonato Real Metapontino. C’è ancora un po’ di ruggine,
nell’ingranaggio. E mancano il sacro furore, l’atteggiamento della squadra
consapevole della propria forza.. Soprattutto, però, il 3-5-2 di partenza non
si sviluppa, non alza i toni, non intensifica il ritmo, difettando in dinamismo
e agilità. La squadra è lenta e i lucani si portano in vantaggio in due
occasioni. Lanzillotta a parte, il Monopoli appare bloccato, imbalsamato.
Laboragine, a cui adesso è ufficialmente delegato il compito di creare, non si
accende. Il nuovo terminale offensivo, Pedalino, è ancora un po’ estraneo alla
manovra (e non esclusivamente per amnesie proprie). Lo stesso Pinto rinuncia
spesso alla sua progressione possente. E, se non fosse per il colpo di testa
risolutore di Montaldi, a recupero quasi consumato, parleremmo di un rovescio amaro
e scomodo. Il collettivo, è chiaro, si sta ancora cercando, senza trovarsi per
due partite di fila. E, nel frattempo, sembra aver perso i contatti dalle prime
della classe. Certo, i nove punti che distano dalla vetta sono tecnicamente
ancora colmabili, se ricordiamo che il leader
Marcianise deve ancora riposare, proprio domenica prossima (diciamo pure che,
virtualmente, sono sei) e un nuovo torneo si sta ufficialmente aprendo, come
sempre accade al termine della prima manche
della stagione: ma, probabilmente, questo è anche il momento di cominciare ad osare
qualcosa in più, pur salvaguardando gli equilibri fondamentali. E di spendere
una dose in più di coraggio.