Aggancio riuscito. E rincorsa (al quartiere playoff)
conclusa. E’ bastato aggrapparsi alla puntualità dei risultati, senza strafare.
Cioè, acquisire solidità di gruppo E viaggiare sul binario dell’umiltà. Poi, gli
avversari (tutti, praticamente) hanno agevolato il compito: in terza serie,
quest’anno, è dura per chiunque. E neppure gli organici corazzati di
Salernitana, Benevento, L’Aquila, Pisa e altre ancora passeggiano senza
incontrare problemi. Anzi. Il Lecce, così, vincendo il recupero
infrasettimanale di Nocera continua a scalare la classifica. Malgrado il
disastro di inizio stagione, la formazone di Lerda, adesso, è quarta. Lontana
dalla prima piazza (sette punti e, per ora, non è neppure il caso di pensarci, oggettivamente), ma
assolutamente nel vivo della competizione per il secondo posto disponibile in
ottica serie B. Da non credere. Due successi in quattro giorni rilanciano le
quotazioni, aprono orizzonti nuovi, liberano la fantasia. Ma, soprattutto,
spazzano quella cappa di cattivo umore che non ha mai abbandonato la squadra
sin dall’avvio del torneo. In Campania, mercoledì, ci pensa Bogliacino a
sbloccare lo score, prima che arrivi
l’intervallo, dagli undici metri (è questa la svolta: anche perché la Nocerina rimane
contestualmente in dieci): quindi, tutto diventa più semplice. Ma il Lecce, al
di là degli episodi, sfrutta un momento di maggiore serenità e i propri valori
tecnici, superiori alla media del campionato. Che, seppure in ritardo, si
sforzano di emergere. Contando, da qui in poi, anche su un altro requisito, da
non sottovalutare. La continuità, appunto: che, in questo momento solo la
capolista Perugia e – in parte – il Catanzaro possono ugualmente vantare. Una
dote da sfruttare, prima che la riapertura del mercato favorisca una
ridefinizione delle forze nello scacchiere del torneo.