Raggiunto e superato. Dal vantaggio robusto alla
sconfitta dolorosa. Sopra di due gol, il Bisceglie si arena a Vico. E lo choc,
in situazioni simili, è ingombrante. Per Giancarlo Favarin, invece, determinante.
Il tecnico pisano perde la panchina proprio quando i segnali sembrano
nuovamente confortare e quando la griglia dei playoff appare ancora all'orizzonte. E sì, perché dopo quel derby costruito sull’impegno e
sulla rabbia e vinto sul Monopoli, le quotazioni della squadra si sono
progressivamente afflosciate. Malgrado certe garanzie esibite da un gruppo
rinnovato a metà stagione, ma motivato e sufficientemente esperto per
affrontare le insidie del percorso. Invece, gli undici punti che attualmente
dividono il Bisceglie dalla quinta posizione (e i sei che stabiliscono del
distanze dal Grottaglie, sest’ultima del raggruppamento) si agitano come una
condanna. Prima per l’allenatore e poi per il progetto modificato in corsa dal
presidente Canonico e dal diesse Belviso. Che, con trasparenza, parla di un feeling – quello tra il club e
l’allenatore – interrotto e di scelte tecniche e tattiche mal digerite dal
vertice societario. Mentre Favarin preferisce non scavare nella ferita,
glissando con compostezza. Il nuovo che avanza, nel frattempo, si chiama Carlo
Prayer, barese, personaggio particolarmente legato all’universo del settore
giovanile, sin qui responsabile della formazione Juniores stellata. Le ultime
nove partite dell’anonimo campionato del Bisceglie passeranno, dunque, attraverso il suo
lavoro, la sua esperienza e la sua capacità di rimotivare un gruppo a cui si
chiede soltanto, adesso, di non lasciarsi risucchiare dal vortice per non
rischiare nulla. Offrendo, magari, a patron Canonico l’occasione di riflettere
per bene, prima di ogni altra decisione futura. Due stagioni oggettivamente
fallimentari di fila, del resto, potrebbero facilmente intaccare anche le
migliori delle intenzioni. Senza contare, poi, che certe fibrillazioni sorte
recentemente tra il presidente e l’ambiente potrebbero costituire un precedente
fondante. Non sappiamo, infine, se determinate voci (l’imminente fallimento del
Bari e la possibilità di un avvicinamento, peraltro smentito ufficialmente, di
Canonico al club di via Torrebella) sono degne di considerazione oppure meno.
Ma, tutti assieme, gli indizi non depongono a favore del prolungamento di una
programmazione pianificata: è meglio che si sottolinei la verità, sin da ora.
Per questo, allora, il compito di Prayer e dell’organico che andrà a gestire è
assolutamente più delicato di quello che, ad una prima valutazione, può
apparire.