mercoledì 29 gennaio 2014

Il Foggia inciampa, ma è sempre lì



Qualche volta inciampa, il Foggia. Come domenica. Ma i risultati continuano pur sempre a sbocciare con gradevole continuità. Il dato, così com’è, è assolutamente rassicurante. E la classifica non se ne svantaggia granché. Anche se la Casertana, vincendo a Martina, scavalca la gente di Padalino, che peraltro continua a tallonare Cosenza e Teramo, mantenendo la quarta poltrona. Controllando a distanza, soprattutto, la concorrenza (il margine sulla nona piazza è di otto punti). Certo, l’ultima prestazione è unanimemente considerata tra le peggiori dell’intera stagione. E lo spreco, di fronte al Melfi, sul terreno amico, è immediatamente sembrato evidente. Due gol di vantaggio e, alla fine, soltanto un punto: che, comunque, fa ugualmente comodo e si fa sentire. I lucani lottano anche quando lo score sembra definitivamente compromesso e, invece di disunirsi, si compattano. Monetizzando, probabilmente, quel momento della gara in cui il Foggia deve soltanto governare e devitalizzare gli appetiti avversari. Vero è pure che Agnelli e compagni segnano e raddoppiano senza brillare troppo, punendo oltre i demeriti la squadra di Dino Bitetto. Ma queste sono contraddizioni di cui il torneo tradizionalmente si nutre. Il coach, intanto, nell’urgenza (ecco, di nuovo, qualche disfunzione nell’assetto di presidio), rispolvera la difesa a quattro, modificando il modulo di partenza che quest’ultima parte del campionato aveva provveduto a quotare. Segno che le impurità di un tempo, talvolta, possono riemergere: innanzi tutto, se cala il livello di attenzione e applicazione. E se la squadra finisce sotto pressione avversaria. Il match con il Melfi, in realtà, svela quanto il Foggia continui a dipendere fortemente dallo stato di forma di Agnelli, il metronomo che molto spesso assicura equilibri e spessore tattico, e da quello di Giglio, il miglior realizzatore della squadra, che appare vagamente appannato da qualche settimana. Eppure, dicevamo, il collettivo – pur faticando - funziona ugualmente. O, meglio, arriva puntualmente a nutrirsi della sostanza dei punti: e solo chi conosce a fondo questo torneo sa quanto sia fondamentale fermarsi il meno possibile. E sì: arrivare a marzo con una dote serenamente spendibile non può che sostenere il progetto della C unica. In estate, probabilmente, non ci avrebbe scommesso nessuno.