giovedì 14 febbraio 2013

Barletta, brusco risveglio

Il Barletta si risveglia nell'incubo: ritrovando le antiche palpitazioni, le amnesie già conosciute, gli ostacoli di sempre. Di fronte alla Nocerina la realtà si conferma dura: quattro gol (a zero) sono una zavorra pesante, un risveglio brusco. E, sùbito dopo, l'anticipo del Puttilli (dove scende la vicecapolista Avellino) diventa un capitolo traumatico. Perché il doppio vantaggio elettrizza e illude, mentre la sconfitta (gli irpini ribaltano lo score in una manciata di minuti) provoca una serie di reazioni indigeste: la gente che tifa, cioè, torna a contestare e il presidente Tatò pensa di defilarsi nuovamente, dopo la riapertura di credito di metà stagione. Coincisa con la riaperura del mercato, in cui il club ha provato ad operare compiutamente, ottenendo qualche discreto riscontro (l'arrivo di Allegretti), ma evidentemente ancora insufficiente. Fotogrammi dell'ultimo match a parte, il gap che separa il Barletta da tante altre concorrenti appare corposo, anche ad innesti avvenuti. Il protocollo d'accusa coinvolge la prima linea, probabilmente troppo tenera e inesperta per esigere maggiore rispetto, ma non assolve neppure la fase di non possesso, in cui la squadra riesce puntualmente a distruggere quanto ha faticosamente capitalizzato sin lì. Quanto basta per azzerare l'ottimismo messo da parte a gennaio e per ripercorrere sentieri già calpestati: non sono le imprese episodiche a scrivere la storia di un campionato.