venerdì 8 febbraio 2013

Trani, game over

Game over. Giochi chiusi. E' tutto già finito: e siamo appena a febbraio. Il Trani affoga nella pochezza del suo attuale progetto tecnico, nelle troppo frequenti (ancorchè obbligate) rivisitazioni del'organico, nel vortice del ballo di una panchina indomabile (a proposito: da un po' c'è un nuovo trainer, Aquino, successore di Loconte), nel dramma finanziario deflagrato negli ultimi mesi, nelle zuffe verbali ingaggiate con l'amministrazione comunale e con i gestori dello stadio, nelle sabbie mobili di una classifica che non può dare ragionevolmente più niente. L'ultimo posto del girone, spartito e scambiato con il Potenza sin dall'inizio della stagione, adesso è una disgrazia irreversibile. Lo scontro diretto disputato e perso sotto la neve, in Lucania, domenica scorsa è la colonna sonora dei titoli di coda. Da ultima speranza spendibile, il match diventa pietra miliare del fallimento, di una retrocessione ormai scritta. Troppo lontano è il Grottaglie, già di suo lontanissimo dalla salvezza: che si cominci pure a pensare al futuro, ammesso che esista. Al prossimo campionato di Eccellenza, sempre che il titolo sportivo non affondi prima. Ad un assetto societario più solido: purchè Abruzzese, presidente in difficoltà, trovi qualcuno disposto ad investire, dopo di lui. Senza poter contare, oltre tutto, su una struttura pienamente fruibile: in grado, ad esempio, di accelerare il processo di ricostruzione del settore giovanile, necessario per impalcare le fondamenta di un nuovo ciclo. Comunque vada, però, non si avvertirà il bisogno di resettare tutto: a Trani, calcisticamente parlando, non è rimasto più niente.