lunedì 4 febbraio 2013

Grottaglie, solo rabbia e un punto

Il grigiore di sempre. Nell'espressione numerica dei risultati e tra le geometrie disegnate sul campo. Gennaio come dicembre. E novembre. E classifica, ovviamente, sempre più precaria. Attorno, infine, un assillo in più: il pericolo di non poter puntare neppure sulla scappatoia dei playout. Impossibili se, alla fine della regular season, il divario con la sest'ultima dovesse alimentarsi oltre gli otto punti: cioè, un'ipotesi niente affatto improbabile, per come vanno le cose nei bassifondi del girone appulocampano di serie D. Ma il Grottaglie, a febbraio, si rianima. In una di quelle gare ritenute tendenzialmente più ostiche. Di fronte, il Monopoli (chè è pur sempre, con merito, la quinta forza del torneo) rischia parecchio e si salva solo all'ultima palla utile, collezionando un punto che va oggettivamente largo. E non solo perché il secondo pareggio, quello definitivo (bravo, comunque, Majella a difendere palla e a colpire con freddezza e precisione) arriva proprio in coda ad un lungo (e, forse, esagerato) minutaggio di recupero. Ma, soprattutto, perché la formazione di Pellegrino (anche se, in panca, siede il secondo Piroscia) è più viva, quadrata, meglio disposta al confronto. Per tutti i novantasei minuti. E anche sufficientemente continua, all'interno di una partita che sembra ormai vinta e che, invece, sfuma atrocemente. Il due a due finale premia ingiustamente la formazione di De Luca e, contemporaneamente, sembra affossare l'Ars et Labor: che approccia la contesa con maggior convinzione, con più personalità. Tanto che il temporaneo ed episodico sigillo dell'uno a uno viene aggirato e bypassato in pochi secondi: segno che la squadra, dopo un lungo periodo di digiuno, sembra aver acquisito tonicità e robustezza. Niente da fare, invece: un punto solo fa rabbia e, dispiace dirlo, sa di poco. A meno che il Grottaglie non abbia raggiunto, all'improvviso, il momento della sua maturazione definitiva. Ovvero, l'unico requisito che permetterebbe a Vitagliano e soci di pianificare la rimonta in prospettiva playout. E' l'ultima occasione utilizzabile: tempo non ce n'è più.