lunedì 25 febbraio 2013

Il Monopoli inatteso, il Bisceglie confuso

Le nubi sembrano abbattersi sul Monopoli: buona parte dell'artiglieria rimane ai margini, perché la giustizia sportiva si accanisce prima su Majella e poi su De Tommaso e Montaldi. E, così, coach De Luca deve inventarsi qualcosa, con quello che gli è rimasto. Qualcosa di concreto e di spendibile, dal momento che la sfida di Bisceglie è notariamente sentita dalla tifoseria. Ma pure sufficientemente rilevante all'interno della contesa che stabilisce la griglia finale dei playoff. Invece, proprio nella domenica teoricamente più ostica di questa porzione di stagione, emerge una squadra corta, compatta, agile, reattiva. Pereyra più Strambelli, davanti, assicurano credibilità e spunti. E un under come Paviglianiti, utilizzato sin qui molto più indietro, garantisce il sostegno dalla corsia di sinistra. Ma, al di là del modulo e degli uomini, è l'atteggiamento collettivo che promuove il Monopoli: sempre alto, anche quando l'avversario s'industria un po' di più e spinge. E sempre abile a dispiegarsi, quando è il momento di sfruttare le ripartenze. Non è mai rinunciataria, la squadra. Non si rintana, ma gioca con intelligenza: fortificandosi, minuto dopo minuto. E appropriandosi legittimamente del derby, nella ripresa: quando il Bisceglie implode nella sua impalpabilità, nella propria rigidità. E quando un infortunio la priva pure di Pereyra. Anzi, è addirittura un altro under, che punta non è, cioè Camporeale, a surrogarlo e, sùbito dopo, a indirizzare la partita con un guizzo vincente. L'attaccante di scorta, ovvero Laneve, rimane in panchina: ma, in campo, Lanzillotta e soci non decodificano il cambio come un tacito desiderio del tecnico di congelare la gara o di preservare il pareggio (ebbene sì, succede spesso). Diciamo anche che, tatticamente, De Luca vince il duello personale con Ragno. I cui cambi, a risultato già compromesso, non aiutano affatto il Bisceglie. Che, addirittura, si allontana dalla realtà, inghiottito com'è da una confusione mentale e da uno scoramento che intaccano le sue fondamenta e indeboliscono gli uomini. Gli errori individuali e di reparto degli stellati, poi, scrivono il resto: tre a zero è uno score rotondo e pesante. E raccontano della metaformosi del Monopoli versione trasferta. Il soffertissimo pareggio di Grottaglie, per esempio, dista appena venti giorni: ma, tra quell'esperienza a questa, ci sono cinque gradini di differenza. Alcuni dei quali, appunto, scalati con l'energia di un approccio diverso al match, peraltro impalcato su un rinnovamento dello scacchiere e delle consegne. Tanto che, magari, qualcuno si sentirà persino autorizzato a pensare all'insospettabile utilità del rimpasto obbligato.