giovedì 7 marzo 2013

Barletta, ultimo tentativo

L'ansia di rinnovamento avvolge e travolge il Barletta. Ancora. Ma, forse, è davvero tutto sin troppo ovvio. Perché certi segnali di risveglio si sono interrotti da un po', ormai. E i risultati hanno ritrovato il grigiore e l'insipienza dei tempi peggiori. Riassumendo tutta la propria drammaticità. La classifica non si muove più, la lievitazione si è arrestata brutalmente. E l'odore di retrocessione si fa acre. Dietro, insegue sempre e solo la Carrarese. E il Sorrento precede gli adriatici di due punti, mentre il resto della compagnia è decisamente lontano: cioè, un mese dopo, è praticamente tutto come prima. Solo che, nel frattempo, il calendario si è accorciato. Per questo, via anche (di nuovo) Novelli, il tecnico che aveva cominciato la stagione per essere surrogato da Stringara e che, dallo stesso Stringara, aveva ereditato nuovamente la panchina. L'esonero tallona l'ultima sconfitta, quella di domenica, sull'erba amica, di fronte al Gubbio che rifiata. E un'altra prestazione lacunosa, espressione diretta di un atteggiamento remissivo sin dall'avvio del match e, probabilmente, pure di una postura tattica abbastanza timida (una sola punta, Barbuti: Lamantia viene schierato solo nella ripresa). Il Barletta, al quarto stop consecutivo (e, dunque, affidato ora a Nevio Orlandi) non entra mai nel vivo del gioco e il forcing degli ultimi minuti è insufficiente per confidare in almeno un punto. Ritrovandosi con un carico suppletivo di amarezza, di depressione e di paure. Che l'organico, seppur parzialmente riveduto a gennaio, non sembra in grado di stoppare: al di là della perizia e del lavoro di chi, sin qui, si è occupato della gestione tecnica. Anche per questo, allora, diventa scontato chiedersi quanto possa rivelarsi utile l'ennesima ed estrema misura societaria: che sa di ultimo tentativo, ovvero di disperazione.