mercoledì 6 marzo 2013

Lecce, qualità senza quantità

Il campionato sembra aver deciso: la battaglia per la serie B in prima battuta, nel girone settentrionale di terza serie, è faccenda privata tra Trapani e Lecce. Anche se prima sono i salentini a condurre saldamente la classifica: per settimane intere. Ma, più tardi, i siciliani recuperano il largo gap e, infine, sorpassano. Quindi, è ancora la formazione affidata nel frattempo a Toma a dettare la propria legge: con la forza di una tranquillità parzialmente recuperata e con il marchio della sua qualità. Ma il momento della sfida incrociata arriva in un lunedì di marzo, il primo: che coincide con un posticipo televisivo prestigioiso. Ed è proprio adesso che il confronto diretto serve a capire. Ad esempio, che il Lecce è forza senza sostanza duratura. E che il Trapani è collettivo collaudato, adatto alla categoria. Si gioca nel Salento, ma gli ospiti sono più tosti, più duri, più maliziosi. E temprati alla sofferenza: tanto da rimediare allo svantaggio (maturato assai presto) e, dunque, imporsi: in fondo ad una partita che Giacomazzi e compagni vedono scivolare lentamente. La seconda frazione di gioco, anzi, sentenzia: la squadra di Toma si sfilaccia, si sfalda. Nella rincorsa, cioè, si perde. Denunciando, una volta di più, limiti di personalità: a dispetto dei cognomi importanti, che scendono da categorie più pregiate. E difetti caratteriali. Che lo spessore tecnico, evidentemente, non riescono a limare o limitare. Il concetto più semplice, più fondato e più illuminante, intanto, arriva dalle parole del tecnico avversario, immediatamente dopo la fine della partita: la serie C, assicura Boscaglia, cerca qualità, ma pretende anche quantità. Facile. IL Lecce rifletta.