giovedì 14 marzo 2013

Nardò, spuntano nuovi problemi

Appena archiviato il match di Monopoli, due domeniche fa, cambia qualcosa. Innanzi tutto, l'allenatore. Luca Renna, condottiero del Nardò, lascia nel corso della settimana. Non sulla spinta di motivazioni squisitamente tecniche o tattiche, pare: ma, indiscrezione tutta da soppesare, per non aver ottenuto dal club l'esautoramento di qualche pedina dell'organico. Tutto abbastanza inatteso: se non altro perchè gli obiettivi, sin qui, sembrano (anzi, sono) fedelmente rispettati dalla squadra. Nel Salento, così, qualche tempo dopo torna un vecchio amico come Vito Sgobba: e il coach di Castellana impatta la prima, sull'erba di casa. Zero a zero di transizione con il Francavilla, match non entusiasmante e aggiornamento facile del dato: mancano dieci lunghezze alla salvezza. Considerato che quella dei quarantatre punti è la soglia ragionevolmente sicura, per guadagnarsi la permanenza. Detto per inciso, la cronaca racconta che il Toro non osa, accontentandosi di quello che riesce a recuperare dal confronto con una concorrente diretta. E che, consumati i novanta minuti, la tifoseria manifesta apertamente il proprio dissenso. Aprendo una crepa nel rapporto con un organico che, al di là dei luoghi comuni, necessita di un sostegno continuo, imprescindibile per chi - settimana dopo settimana - deve affrontare problematiche societarie decisamente serie. Sgobba, peraltro, non la prende bene neanche un po' e non perde tempo a pubblicizzare il proprio disappunto. Con parole schiette, nette. Ufficializzando, in questa maniera, uno stato di crisi che, siamo onesti, ci sorprende un po'. Malgrado tutto. Non vorremmo che, all'improvviso, la situazione cominci a sfuggire: al club, a chi scende in campo, allo stesso trainer e alla gente che frequenta gli spalti. A pochi chilometri dal traguardo, peraltro. Un traguardo che, per inciso, è tuttora fortemente perseguibile: pur tra le difficoltà del caso. La fine del campionato, a proposito, dista otto partite, ovvero due mesi. E il limite di sicurezza dalla sest'ultima piazza, adesso ridotto a tre punti, è un tesoro da difendere con tatto e mestiere. Ma a Nardò, probabilmente, hanno scelto il momento peggiore per inventarsi nuovi ostacoli, assolutamente superflui.