venerdì 1 marzo 2013

Trani, cambio di guardia al vertice

Dietro l'angolo, uno spiraglio. C'è un nuovo presidente, a Trani. Spunta all'improvviso, dal nulla in cui si è imbucata la Fortis. Si chiama Andrea Pecorelli e si è già confrontato con il pallone in altre piazze, pure prestigiose, come quelle di Caserta, Messina, Latina, Viterbo e Sora. Lasciando capire di essersi affrancato il titolo di manager di professione. Si è accollato il problema: quello di rilevare una società senza classifica, senza speranze spendibili di permanenza in quinta serie e, quel che è peggio, senza un futuro nitido. Patron Abruzzese si è fatto da parte: consapevole di aver esaurito le energie, l'entusiasmo e il mandato. Dopo aver chiesto chiaramente di essere sollevato da incombenze e mortificazioni. E' un ottimista, Pecorelli: appena sceso sull'Adriatico, ha chiesto alla gente di avvicinarsi alla squadra, di sostenerla, di accorrere allo stadio. Malgrado la gioventù inesperta assemblata dall'ennesimo tecnico della stagione, Aquino. Nonostante la depressione da ultimo posto e il solco larghissimo che separa la squadra dalla terz'ultima della classe e, quindi, dai playout: un obiettivo ancora teoricamente possibile. Ma soltanto teoricamente. Un ottimista che, appena arrivato, ha parlato al cuore della gente e anche al portafogli: i prezzi dei tagliandi d'ingresso sono stati ribassati, opportunamente. Un ottimista che non si ferma neppure davanti alla realtà: come quella dei centomila euro di buco economico (parole sue) ereditati assieme al titolo sportivo. E che, ancora parole sue, non aspettava di trovarsi davanti, minacciosi. Il disegno è chiaro ed encomiabile: restituire dignità al blasone, motivazioni all'ambiente. Nessuno, intimamente, crede davvero di poter agganciare la salvezza sul campo: e questo è palese. Ma ricreare attorno alla Fortis le condizioni per poter ripartire appena possibile è un passo importante. Doveroso. Ovviamente, l'ottimismo - da solo - non sarà sufficiente. Serviranno, piuttosto, i contanti. E i fatti. Che nel passato calcistico di Pecorelli si sono spesso annacquati nella durezza della quotidianità e in certe idee ardite e finanche eccentriche, ma poco credibili: i motori di ricerca della rete possono raccontare qualcosa. Basta cercare. Ma il Trani, oggi, necessita di certezze, di programmazione. Cioè di un nuovo ciclo produttivo. Non di nomi e soluzioni ad effetto. Perché, di solito, i nomi vanno e vengono. Mentre i fallimenti rimangono: nella memoria di una comunità calcistica e nella storia di una città.