giovedì 14 novembre 2013

Grottaglie, un cambio previsto



Il destino di Alberto Bosco era ovviamente segnato, da settimane. L’esonero era slittato, almeno un paio di volte: per pudore (il rapporto tra il presidente del Grottaglie D’Amicis e il tecnico, per esempio, era e rimane ottimo), buon senso (in fondo, può essere duro per chiunque consegnare all’allenatore un organico limitato nel numero e nell’esperienza e poi pretendere risultati copiosi), ristrettezze economiche (il nuovo arrivo sulla panca possiede pur sempre un costo ed è pure naturale che pretenda garanzie, cioè puntelli tecnici) e per il peso specifico della speranza, che accomuna gli uomini di buona volontà (la speranza di invertire un trend decisamente negativo e recuperare la strada per la permanenza in D). Però, le sconfitte si inseguono senza soluzione di continuità da troppo tempo. E l’ultima caduta, oltre tutto, è immediatamente apparsa rovinosa (sei a zero: sul campo della capolista Marcianise e con un uomo in meno per una larga parte di match, è vero; ma pur sempre di sei a zero si tratta). Di più: l’Ars et Labor, da almeno un mese, sembra aver imboccato il cammino triste dell’involuzione acuta, sotto il profilo degli atteggiamenti e della gestione dei novanta minuti: al di là del pessimo trattamento infertole dal calendario, che negli ultimi tempi ha riservato solo avversari di alta e altissima classifica. Bosco, dunque, questa volta non se l’è sfangata. Tanti ringraziamenti e un foglio di via: che la gente, oggettivamente, attendeva (non è poi sempre impossibile intuire il futuro prossimo). E via, verso un capitolo nuovo. Che si concentra attorno alla figura del nuovo coach, il tarantino Giacomo Pettinicchio: che, proprio dal Taranto, in estate, si è sentito profondamente tradito. Persona squisita e garbata: che, ormai, ha accumulato tutta l’esperienza che gli serve per provare a salvare il Grottaglie. Ma non ha accettato sùbito, Pettinicchio. Preferendo pensarci, prima. O, meglio, preferendo riscuotere innanzi tutto la promessa di ricorrere prontamente al mercato di riparazione che si sta aprendo. Anzi, il club gli ha già garantito un nuovo ingaggio, quello dello svincolato Prete: a Taranto con il trainer fino a pochi mesi addietro (il plotone dei fuoriusciti da quella formazione, quindi, si allarga). E un altro regalo potrebbe aggiungersi a breve (Fumai, condizioni fisiche permettendo). A questo, punto, magari, Bosco si starà già chiedendo come e perché i fondi siano improvvisamente spuntati all’orizzonte di un club tuttora in difficoltà. Ma è anche abbastanza noto che l’Ars et Labor si sarebbe comunque riattrezzata, a metà stagione: con o senza il vecchio condottiero. In fondo, però, il primo comandante della stagione ci sarà rimasto sufficientemente male: tanto che, elogiando il solo presidente, prima del commiato ha volutamente ignorato gli altri componenti del gruppo di comando. E, di sicuro, Pettinicchio è in grado di raddrizzare la questione, anche con pochi aggiustamenti (mirati, possibilmente). Intanto, la richiesta (quella formale, almeno) è abbastanza semplice: tornare a lottare per l’obiettivo, riconquistare il passo delle concorrenti dirette. Quello che il Grottaglie ha paurosamente smarrito.