lunedì 18 novembre 2013

Il Grottaglie riparte e respira



Grottaglie-Real Metapontino, innanzi tutto, serve a capire che squadra trova – e che può cominciare a plasmare – Giacomo Pettinicchio, condottiero alla prima stagionale. Il trainer tarantino, intanto, possiede due motivi per confidare in un esordio il più morbido possibile: il calibro dell’avversario, assolutamente alla portata delle attuali possibilità tecniche dell’Ars et Labor, e l’inserimento del primo puntello di metà stagione (Prete arriva in settimana, firma e gioca dall’inizio). L’approccio, pur intriso di volontà, è però anche caotico. Il Grottaglie prova ad occupare spazi vitali, ma concede anche qualcosa: e pure il gol del lucano Pignatta, peraltro sùbito pareggiato da Formuso. Il match è denso, ruvido quanto basta, tecnicamente sporco: il Real, di certo, è una formazione più fisica, talvolta più pragmatica, sempre disposta a battagliare, abbastanza coperta (4-4-1-1). E, se càpita, a guadagnare minuti preziosi. Particolari che, allo stato pratico, si scontrano con l’esigenza di Anglani e soci, che resta quella di perseguire una trama e di inseguire la costruzione del gioco. Ma, come accade molte volte, è l’intuito del singolo che sblocca la questione. E l’uomo della partita si chiama Faccini: il ragazzo, a secondo tempo appena partito, si inventa una conclusione dal limite (è il sigillo del due a uno) e, sei minuti dopo, disegna la traiettoria liftata del gol dell’ipotetica tranquillità. Il Real, comunque, non smette mai di mordere: e il 4-2-3-1 reimpostato da Catalano genera la marcatura del tre a due: che fa sperare, ma che non basta. L’Ars et Labor, così, dopo settimane lunghe e arrugginite, riconosce il sapore del successo e, finalmente, respira. Rompendo, oltre tutto, il digiuno al D’Amuri (non aveva mai segnato, sin qui). Il lavoro che attende Pettinicchio, però, resta. Come galleggiano ancora alcune amnesie (dietro, una certa leggerezza negli atteggiamenti mette a rischio il risultato troppe volte, in prossimità del novantesimo), certe esitazioni e certi limiti strutturali dell’organico.