Tra i buoni propositi del Martina, c’è anche il varo di un
sistema di gioco diverso, il 3-5-2. Nella pratica, un accadimento intempestivo
modifica immediatamente il percorso del match, anticipato al sabato al pari
degli altri: a cento secondi dall’avvio, il calcio franco battuto dall’antico
Mora trova la deviazione decisiva in barriera. Ischia in vantaggio e jonici
ancora più frastornati del previsto. La reazione è affaticata, debole. Le
indisponibilità (Petrilli, De Lucia, Salvatori, Dispoto, Di Lauri) peggiorano
la situazione. Le condizioni del terreno non la leniscono affatto. Mentre
qualche presenza inattesa in tribuna (Rocchi e Gigli, oltre a Memolla: tutti
teoricamente arruolabili) incuriosisce. L’avversario, intanto, si limita al
compito più semplice e concreto: attendere e ripartire. Mostrando, tuttavia,
maggior lucidità. Senza spessore di manovra, la formazione di Bocchini
(squalificato: in panchina siede Cimmino) si cerca, ma non si trova. Prima
dell’intervallo, comunque, l’intervento del direttore di gara (cartellino rosso
per Austoni: è il prezzo di una gomitata che vede l’assistente di linea) sembra
accondiscendente. Comunque, soccorre. L’ingresso di un centrocampista (Aperi)
per un difensore (Nucera), allora, muta il profilo del Martina, adesso
disegnato con un 4-4-2 appena più vivace. Che, nella seconda porzione di
partita, coglie l’esigenza di amministrare - di più e meglio – il pallone: ma
manca la brillantezza, lo spunto, l’idea. A Gai non difetta, però, la
conclusione dalla distanza che regala il pari. La superiorità numerica di
Belleri e compagni, tra l’altro, comincia a pesare nelle gambe isolane. Il
Martina, a questo punto, da inseguitore si fa inseguito. E potrebbe infilarsi,
in quattro occasioni, nelle amnesie campane, senza peraltro arrivarci (è,
ancora una volta, un problema di qualità: dei singoli e del collettivo). Finisce
come nessuno avrebbe sospettato: con un po’ di recriminazioni nel bagaglio. Ma
un punto, al novantesimo, è esattamente quanto spetta ad una squadra a cui non
basta il cuore e la quantità dell’ultimo quarto d’ora. Il periodo in cui, cioè,
l’Ischia certifica una realtà che avevamo decodificato da un po’: anche questo
torneo di C2, malgrado l’appetito di tante protagoniste e molti organici
attrezzati, è sostanzialmente modesto. Quasi quanto i precedenti. Un
particolare che suona, per il Martina, come una speranza in più. Da far
brillare, magari, quando arriveranno i rinforzi (il presidente, davanti ai
microfoni, ne promette addirittura quattro, senza minacciare tagli). Digrignare
i denti per un mese e resistere: è questo il nuovo ordine da rispettare.