lunedì 4 novembre 2013

Martina, il bonus sembra esaurito


Non dimentichiamo quanto pensavamo, sapevamo, scrivevamo. E neppure quanto prevedevamo: il campionato del Martina, cioè, sarebbe stato infido, affaticato. Per la bassa qualità media della base tecnica e per l’insufficiente esperienza di un organico costruito con seconde scelte. Piuttosto, a lavori in corso, ci era pure sembrato giusto cominciare a sottolineare la bontà del lavoro del tecnico: abile ad arginare i problemi con la sostanza del suo impegno quotidiano. Ma, malgrado questo, già discusso in qualche sotterraneo del club e mal apostrofato da qualche sostenitore sufficientemente accalorato. Eppure – è la nostra posizione ufficiale – padre nobile di almeno un paio di punti tra quelli (otto) sin qui collezionati dalla squadra. Di fatto, però, l’onestà intellettuale ci impone di aggiungere anche dell’altro: di come, ad esempio, da un mese a questa parte, la squadra stia vivendo un momento involutivo: sotto la prospettiva degli atteggiamenti, prima ancora che della manovra. Al di là dei risultati. E dei difetti di regolarità: che, peraltro, disturbavano il Martina anche nel suo periodo migliore. E che, pensandoci bene, assillano la maggior parte delle concorrenti del girone meridionale della vecchia C2 (ancora non abbiamo ammirato una formazione in grado di galleggiare sul concetto di continuità per novanta minuti o poco meno, Teramo e Lamezia compresi). Sì, la formazione di Bocchini sembra essersi appiattita, ultimamente: sul piano della pianificazione delle singole partite. E dal punto di vista dell’organizzazione. Due angolazioni sulle quali, per intenderci, si aggrappavano (e si aggrappano ancora) molte speranze coltivate in Valle d’Itria. Ieri, al Tursi, Petrilli e compagni partono morbidi, come in altre occasioni. E subiscono immediatamente il Tuttocuoio, collettivo che sembra disporre di un’ottima mediana, ma che – dopo essere passato in vantaggio – dimentica il compito e s’immerge nella realtà del torneo (venti, venticinque minuti di buon calcio non bastano a giustificare il diritto a pretendere i tre punti). Così come nel corso del match (perso) di fronte al Teramo, seppur obbligato a rincorrere,  il Martina si piazza (per un po’) dietro la linea della palla, dimessamente. Questa volta, comunque, l’avversario è meno furbo e, probabilmente, meno attrezzato: il pareggio, dunque, da qualche parte esce, prima dell’intervallo. Mantenendosi sino al novantesimo: senza proiettare, è vero, la formazione di Bocchini verso posizioni di classifica più serene. Ma nemmeno imbastardendo un percorso già difficile. E, soprattutto, rinviando un processo interno e pericoloso (con la sconfitta il coach avrebbe mantenuto il posto? Crediamo di no). Un punto, dunque: ma, oggettivamente, questo Martina non avrebbe mai potuto ambire a qualcosa di più di un pari (due conclusioni timide di Bozzi, un calcio piazzato di Provenzano e qualche sussulto sono poca cosa). Anche perché i singoli più dotati (come Petrilli e Di Lauri) vivacchiano, senza integrare il tasso di penetrabilità dell’organico. Che, forse, ha già del tutto utilizzato il bonus della buona disposizione tattica e della volontà operaia. Reclamando qualche stampella che solo il nuovo sponsor Gherardini potrà garantire entro il nuovo anno.