domenica 3 novembre 2013

E, alla fine, il Nardò si fa da parte

Senza spiccioli da spendere. Senza esperienza da piazzare sul campo, al fianco della gioventù arruolata . Senza chiarezza. Senza nuovi investitori. Senza prospettive. E senza il sostegno della sua gente. Il destino del Nardò sembrava segnato, da tempo: la prima rinuncia, agli albori di questo campionato di serie D, poi il secondo mancato appello. E il terzo forfait, dopo un breve break di speranza, seppur macchiato da troppi gol nella porta sbagliata, ceffoni sonori. Quindi, la quarta assenza sull’erba di Grottaglie (match previsto per oggi: ma non comincerà). Cioè, l’atto conclusivo. La società salentina firma la propria esclusione dal torneo, in ossequio ad un regolamento che non contempla sconti. Niente da fare, sotto il vestito del blasone non c’è più niente. Neppure l’impegno degli ultimi volontari che avevano accompagnato i giovani di Menichelli all’inizio di ottobre, giusto per scongiurare l’esclusione forzata (che, adesso sì, è improcastinabile). Neppure l’istinto di sopravvivenza. Eppure, dicevamo, qualcuno ci aveva persino provato: a resistere. Stoicamente. Cercando, così, di solleticare l’interesse di nuovi imprenditori. Malgrado l’intransigenza della frangia più calda del tifo, che aveva già deciso per l’eutanasia. Senza se e senza ma. In attesa di una società tutta nuova e di un titolo da acquisire altrove, l’anno prossimo. E dire che qualcosa era addirittura accaduto, negli ultimissimi tempi: Gianluca Fiorentino, ormai ex patron del Manduria, avrebbe voluto rilevare oneri e fastidi, lasciando vivere ancora il Nardò, impostandone sin da adesso il rilancio. Per poi scoprire che, forse, la fine delle trasmissioni e delle sofferenze era un sentimento largamente condiviso, anche tra chi non si era ufficialmente pronunciato. La resistenza, intanto, si è consumata in fretta. Sottraendo al girone appulocampano di quinta serie una delle diciotto protagoniste. Imponendo, da ora in poi, un calendario sempre zoppo. E rimodellando la classifica (i punti che verranno sottratti a quanti li avevano intascati non passeranno inosservati). Cala il sipario, resta soltanto la storia. Prima o poi, però, il Nardò rinascerà. Ripartendo dall’Eccellenza o dalla Promozione. Comunque, da un palcoscenico molto stretto. E ingiusto, per una della poche piazze di Puglia autenticamente legate al pallone e alla sua squadra. Tanto da privarsene per nove mesi: bene che vada.