venerdì 3 gennaio 2014

Angelozzi, vacanza di lavoro



Il Bari s’infila nel lungo tunnel di vacanza (si fa per dire: il mese di stop è utile soprattutto per rivedere la preparazione atletica, quindi è un momento di sana fatica) con il sapore buono dei tre punti, che cancella l’alito delle prestazione consumata precedentemente di fronte allo Spezia. Il successo di Novara, cioè, scalza il ricordo dell’ultimo match del San Nicola: aiutando la società a pensare positivo (la realtà è dura: le difficoltà di gestione si stanno inasprendo e, in più, sta per abbattersi sul club una nuova penalizzazione di un punto) e consentendo ad Alberti e Zavettieri di rinsaldare la panchina. Per il diesse Angelozzi, piuttosto, si apre un periodo di fibrillazioni e di lavoro: perché il mercato rischia di modificare il volto di una squadra che, al di là dell’inesperienza di fondo, riesce a praticare spesso un calcio assai più che discreto, anche se non sempre remunerativo. Ma, ovviamente, per mercato si intende soprattutto movimenti in uscita: il Bari non può spendere e deve, invece, incassare. E’ una necessità, punto. E da qui occorre ripartire. Sciaudone sta per lasciare l’Adriatico, pare. E qualcun altro potrebbe seguirlo. Conosciamo il rischio che potrebbe comportare anche una sola di queste cessioni eccellenti. E già intuiamo la scia di pessimismo che si porterebbe dietro. Condita, magari, da una nuova ondata di insoddisfazione popolare. Ma così è: e, in questa situazione, è necessario continuare a navigare, chissà per quanto. Non c’è altra soluzione, all’orizzonte. Se, da una parte, resta ben visibile il fosso della terza serie, dall’altra è ancora vivo il pericolo finale: quello dell’umiliazione, della liquidazione totale. Che, tuttavia, neppure una robusta campagna di indebolimento scongiurerebbe, giusto per essere chiari. E, allora, scegliere il male minore diventa abbastanza semplice. Per tutti.