domenica 30 marzo 2014

Foggia, piccoli passi verso la C unica

Infiacchimento, difetti di concentrazione, rivoluzionamento settimanale di formazione e schemi, defezioni nel mezzo e anche dietro. Quanto basta per scadere, nella forma e nella sostanza. E per rallentare la corsa verso la C unica. Alla quale, tuttavia, il Foggia continuava corposamente a mirare. Negli ultimi tempi, la formazione di Padalino si era fermata spesso, collezionando appena quei punti utili per mantenere praticamente invariata la distanza dalla nona in classifica e per non perdere l’umore più sano. E nutrendosi, soprattutto, dell’altrui incapacità di ridurre il gap. In coda ad un mese e mezzo di fatica muta e di esitazioni diffuse, però, la quarta forza del campionato si presenta sul green senza barriere di Castel Rigone e, in un sabato più chiaro e fluido, si prende la partita senza assilli, guadagnando nuovo colore e abbreviando sensibilmente la pratica promozione. Sei gol (ad uno) spiegano meglio di molte parole, scavando un burrone incolmabile tra le certezze perdute degli umbri e la volontà di resistere di Agnelli e compagni: baciati, innanzi tutto, dalla buona notizia di un vantaggio precoce che riesce a semplificare il compito, oltre ogni ottimistica previsione. Il Foggia riacquista corpo e lucidità (ma anche cuore e grinta, detta il tecnico a fine match) proprio in prossimità dello sprint finale, ufficialmente inaugurato. Ed è un bene enorme che la squadra abbia recuperato prima di qualsiasi eventuale complicazione il pregio della concretezza, arma necessaria per salvaguardare il cammino regolare, che è poi il segreto della felicità e, nello specifico, di una stagione partita tra le apprensioni e, poco dopo, sbocciata con grazia. Anche se, prima o poi, toccherà omaggiare sinceramente pure la concorrenza un po’ sciatta e l’anima nascosta di questo irripetibile campionato di quarta serie. Spaccato a metà, a dispetto delle previsioni. In cui la battaglia è infuriata soltanto nei bassifondi. Lasciando le battistrada libere di gestire il proprio destino: pigramente, talvolta.