Continua
a succedere di tutto un po’, in C2. Oggi sogna qualcuno, domani chissà. E chi
sembra affondare, non sprofonda mai. Tornando, anzi, a galleggiare. Il
calendario offre sempre una possibilità, a tutti. L’ultima possibilità. O la
penultima. La corsa verso l’ottava piazza, cioè verso la salvezza che sa di
promozione, è ancora aperta. E lo sarà, presumibilmente, sino in fondo. Di
conseguenza, anche la battaglia per i playout è assolutamente da decifrare. Se,
cioè, anche la nona, la decima, l’undicesima e dodicesima piazza serviranno ad
alimentare – seppur per pochi giorni ancora - la speranza di questo o di quella
società, significa che c’è ancora tanto da vedere e da decifrare. E non ci
meraviglieremo se, all’ultimo minuto dell’ultima giornata della regular season, un palo, un gol, un
penalty o un episodio qualunque trascineranno, come per incanto, questo o quel
club dalla iattura della serie D alla nuova terza serie: magari senza neppure
passare dagli spareggi. Per questo, allora, è assolutamente fondamentale essere
sempre lì: nonostante quei punti fastidiosamente dispersi per indolenza o
imperizia, per una coincidenza o per un’esitazione. Il discorso vale anche per
il Martina: che Tommaso Napoli, talvolta, riesce a far girare con toni
soddisfacenti, soprattutto quando si viaggia (anche ad Ischia, ultimamente). E
che, in certe occasioni, si perde: sciupando ripetutamente l’opportunità di
agganciare le avversarie che lo precedono in classifica. Il Martina che la
campagna di rafforzamento di metà stagione ha fortificato, ma che ancora non
riesce ad agganciare il concetto di continuità. Il Martina che, appunto, sembra
definitivamente franare sotto i colpi del Melfi e che, appena due settimane
appresso, riconquista chances e
posizioni liberandosi a domicilio del Sorrento. Dopo aver sostanzialmente
governato il match per gli interi novanta minuti e dopo essere rimasto
colpevolmente in inferiorità numerica. Ma questo è un campionato troppo strano:
il Martina che si complica il cammino da solo, riaprendo con le proprie mani
una partita che i campani sono assolutamente incapaci di forzare, è pure in
grado di reagire alla mazzata del pareggio, minimizzando il disagio dell’uomo
in meno e archiviando la sfida con due gol di scarto a favore. Storie di quarta
serie, esatto. A queste latitudini, non esistono più certezze, non c’è più
logica. Se non quella di fondo: a fronte di larghi equilibri, non difetta mai
il tempo per rimediare. Tanto, la qualità non si spreca. Meglio, perciò, non
farsi scrupoli di niente ed approfittarne, appena si può. Nessuno, alla fine,
potrà vantare troppi argomenti di conversazione: il peccato è nella casa di
chiunque.