E’ la formazione più brillante del momento. Almeno, nel suo
girone. Ed è quella che, da un po’, esprime il calcio più fluido, più
aggressivo. Diciamo da un mese in qua. Ma è anche la squadra che, negli ultimi
ventuno giorni, ha conosciuto esclusivamente insuccessi: illogici, illegittimi,
frustranti. Il Grottaglie avrebbe meritato di superare il Matera, senza dubbio
alcuno. Poi, avrebbe potuto anche guadagnare un punto sul campo del Monopoli:
che però, a casa sua, difficilmente fallisce. E, infine, avrebbe dovuto
ottenere molto di più anche dal derby con il Taranto, consumato proprio ieri.
Invece, al D’Amuri, fa punti solo il
collettivo gestito da Papagni: in coda ad un match costruito sugli episodi,
sulle contromisure tattiche, sullo sfruttamento delle situazioni contingenti.
Zero punti invece di sei, facciamo così: ed è un guaio grosso. Perché la
classifica si accorcia di nuovo. E perché l’Ars et Labor, soprattutto adesso,
vorrebbe circondarsi di buon umore, nutrirsi di serenità. La gente di
Pettinicchio è reattiva, veloce. La manovra sboccia e si allarga. Il fraseggio
trova generalmente sfogo. Il Taranto, invece, si fa schiacciare: in mezzo al
campo è morbido e dietro si soffre. Papagni deve rimestare il modulo la prima
volta: partito con quattro difensori e tre centrocampisti, chiede a Mignogna,
quarto basso a sinistra, di salire in mediana, mentre Muwana retrocede in terza
linea. Non cambia granché, tuttavia: è sempre il Grottaglie a dettare ritmi e
trame. Anche se la pressione, qua e là, si allenta. Permettendo a Ciarcià e
soci qualche ripartenza: come quella che, in prossimità dell’intervallo,
conduce al vantaggio rossoblu, assolutamente iniquo. Si riparte e il Taranto si
modifica ancora (4-4-2), guadagnando robustezza – anche nei contrasti - e raggiungendo
un equilibrio più credibile. E riuscendo a controllare con più naturalezza (lo
schermo davanti alla difesa, ora, funziona meglio). L’Ars et Labor, un po’ più
imbastito, concede un calcio franco dai venti metri: il raddoppio degli ospiti
nasce così. Tutto si fa più facile, per chi è avanti. E tutto si complica, per
chi insegue. Anche se il Grottaglie non smette di crederci: riprendendo a
spingere, riducendo lo svantaggio e trovando persino la seconda marcatura,
invalidata dal direttore di gara. Certo, però, è che il pareggio non arriverà:
neppure in superiorità numerica (il Taranto si ritrova in dieci e finisce con
un 4-3-1-1). Scoraggiando l’ambiente, quando – piuttosto – la lievitazione
dell’organico dovrebbe trascinarsi il sorriso. Così, mentre il Taranto scavalca
il Marcianise e accorcia il disavanzo dal leader
Matera, il Grottaglie si scopre defraudato e triste. Con la prospettiva di un
riposo forzato che, domenica, non porterà punti. Ci riproverà più avanti, è
normale. Ma il profilo psicologico andrà presumibilmente ricostruito. E’ questa
la prossima sfida.