Malgrado tutto, a Monopoli erano affiorati nuovi
entusiasmi. Sì, il rapporto tra il tecnico De Luca e buona parte della tifoseria
rimane conflittuale. E l’atteggiamento discontinuo della squadra - blindata e
coraggiosa in casa, timida e spesso sperduta lontano dal Veneziani – insospettisce ancora l’anima più calda del tifo
adriatico. Però, il campionato di serie D più strano degli ultimi trent’anni
autorizza a valutare attentamente tutte le soluzioni possibili, ma davvero
tutte. Escludendo e riammettendo nel valzer dei sogni, nell’arco di tempo di
una settimana appena, tutte le candidate al salto di categoria. Confondendo, di
fatto, i concorrenti al primo posto e ai playoff. Senza contare le conseguenze
inimmaginabili degli scontri diretti: tanti. E tutti inseriti dal calendario
proprio nella parte finale della stagione. Nuovi entusiasmi, dunque.
Suffragati, sull’Adriatico, dalle nuove difficoltà del Matera, leader non così indiscusso del
raggruppamento. Dalla zoppia diffusa degli inseguitori. E da un disavanzo (due
punti dalla vetta) tornato improvvisamente colmabile, anche e soprattutto in
virtù della sfida incrociata, da consumarsi in Lucania. Dove si riversano
settecento appassionati monopolitani, forse di più. Ma il match si incupisce
presto: otto minuti e la capolista passa. Di contro, sùbito dopo, il Matera
rimane in dieci. Ma il Monopoli non sa approfittare della superiorità numerica,
producendo una forza offensiva limitata. E, probabilmente, perdendo minuti
preziosi, prima di rimodellarsi in mezzo al campo (Laboragine parte dalla panca
e viene utilizzato solo più in là, nella seconda frazione di gioco). Finisce
uno a zero: ed il risultato, una volta in più, racconta di una formazione
troppo tenera nelle sfide che contano e nel mezzo di un campionato incompiuto.
Il divario dalla prima piazza si riallarga (cinque punti, ora). Ma è, più che
altro, la carenza di maturità del collettivo a indispettire la gente che tifa. Sentimentalmente
legata, ovviamente, al concetto di promozione diretta: che sembra, ormai,
definitivamente sfuggire. A meno che il Matera, ad esempio, non cada a Taranto,
domenica prossima. E che, poi, il Taranto e il Marcianise non cadano a
Monopoli, tra qualche tempo. Intanto, il curriculum esterno di Lanzillotta e
soci dice quanto lo staff tecnico si affretta puntualmente a negare: nella
classifica redatta esclusivamente in base alle partite disputate lontane dal
terreno amico, il Monopoli è sesto (dietro Taranto, Francavilla, Matera,
Marcianise e Gelbison, dieciassette punti). E nella graduatoria degli scontri
diretti tra le prime sette del torneo è ultimo. Numeri, non parole.