mercoledì 1 febbraio 2012

Foggia, ritorno alle origini

Il Foggia ritorna alle origini: almeno per novanta minuti, quelli di Monza. E il processo di sodificazione si arresta di nuovo. Va in vantaggio, spreca quello che c'è da sprecare, si muove con un po' di sufficienza, apre le porte all'avversario e, ovviamente, cede: per due volte, nella seconda frazione di gioco. L'avversario non è il peggiore da affrontare, ma questo significa poco. Agodirin (ancora in gol) e compagni, ad un certo punto, si fermano: contenti di un match ancora in corso, non anora archiviato. Stringara non nasconde la delusione, nè cerca giustificazioni. Fa rabbia, piuttosto, pensare all'approccio felice e a uno sviluppo della manovra lacunoso. Errori e presunzione a parte, emerge la sostanza di un concetto: i difetti di maturità, puntualmente, riafforano. E non possono supportare la speranza di ancorarsi alla parte più nobile della classifica: eventualità sulla quale, peraltro, eravamo e restiamo scettici. Malgrado una disciplina globalmente più rassicurante, da un paio di mesi a questa parte. Ancora insufficiente, però, a rivalutare una stagione nata e cresciuta nel disagio: su cui, evidentemente, non è logico fare troppo affidamento. Detto per inciso: e senza voler sembrare disfattisti. Ma questi sono i fatti.