martedì 21 febbraio 2012

Il mondo sommerso del vivaio

Attese tradite. E nuove complicazioni da sdoganare. Il quattordici febbraio è passato invano: il contante è sempre scarso e quello che c'era in cassa è servito appena a tamponare la crisi. Qualche acconto sugli stipendi e nient'altro. Lo sforzo del Taranto si è rivelato insufficiente ad allontanare il disagio e i timori. Non placando le preoccupazioni della squadra, non assolvendo i quesiti della piazza, non aggirando le norme federali. Risultato: lo scoramento degli uomini di Dionigi, secondi in classifica, ma adesso un po' più distanziati dalla Ternana, si allarga. Le polemica, in città, si alimenta: anche se la tifoseria percepisce lo spessore delle difficoltà e non infierisce sul presidente D'Addario. Che però resta arroccato sui propri silenzi. E, soprattutto, la nuova penalizzazione che si abbatterà sul club e sulla graduatoria (due, tre, quattro punti?) rischia di disintegrare un patrimonio di ottimismo e lucidità. Invitando, per la verità, i naviganti a preoccuparsi di salvaguardare la seconda posizione, che ormai sembra il traguardo più facilmente perseguibile. E che Carpi e Pro Vercelli, teoricamente, possono assaltare. Poche notizie liete per la prima squadra, dunque. Figuriamoci, allora, per il settore giovanile. I cui tecnici, proprio nelle ultime ore, hanno lamentato il completo disinteresse (nessun assegno, neppure un acconto) della società nei confronti di professionisti che, però, vivono in un mondo sommerso. Quale, appunto, il vivaio. Del quale le società (non solo il Taranto: il discorso vale per molti) si ricordano solo nelle occasioni di propaganda. Spacciando, spesso, la normalità per inenarrabili meriti. E la sufficienza dei risultati per grandi imprese. Oppure, quando è arrivato il momento di contenere i costi. Magari, prima di un inevitabile fallimento. Dal quale, (è anche una speranza ed un augurio) il sodalizio di via Martellotta è probabilmente lontano. Di certo, però, non è affatto escluso che, prima o poi, il club jonico proprio al settore giovanile sia obbligata a ricorrere, più o meno abbondantemente: soprattutto se la situzione economica dovesse precipitare. Con quali pretese, però, non sapremmo.