lunedì 13 febbraio 2012

Il derby breve di Martina e Nardò

Il confronto si esaurisce troppo presto: il Martina è più tecnico, più scafato e più industrioso. E, come spesso gli accade, dilaga. Basta farlo esprimere come sa. Il Nardò sacrifica se stesso sulla piattaforma del dialogo, che diventa in fretta un monologo altrui: dopo cinque minuti appena. La formazione di Longo, in realtà, si blocca e si arrende troppo presto. Non reagisce alla prima disavventura (è Gambuzza a inaugurare il sei a zero finale) e lascia fare, sino ad inabissarsi. L'atteggiamento dei salentini, alla fine, più che remissivo, sembra bagnato di rassegnazione. Non è il Nardò che la logica impone di attendere. Anche se l'avversario torna a praticare quel calcio largo, fluido e ispirato della prima parte della stagione. Forse, l'avvicinarsi della quota salvezza toglie ai granata un po' di determinazione, ma il crollo è verticale. Intanto, nel derby che resiste ad una domenica segnata dalle cattive condizioni metereologiche capaci, di fatto, di ammanettare il campionato, il Martina sprinta e fugge. La manovra, dicevamo, piace. Lo smalto è nitido. E le soluzioni a disposizione sono parecchie. Gli esterni sgroppano, in mezzo la densità sposa la qualità, davanti Picci e Amodeo segnano ancora. E dietro, questa volta, non si verificano disagi. La prova di forza è l'ennesima mail chiara e precisa inviata al torneo. Che prosegue sabato, a Piscinola, sul terreno sabbioso e stretto del Campania, che ha già giurato vendetta sin dala fine del match di andata. La serenità di espressione e il bel calcio, a questo punto, meritano il supporto del profilo nervoso e dell'ostentazione degli attributi. E' da partite come la prossima che dipende molto futuro di questa squadra e di questa società, che neppure negli ultimi giorni di mercato ha saputo trattenersi, regalando al tecnico altre due pedine che arricchiscono un organico già esuberante. Ed è in partite come questa che il passaporto per la C viene vistato.