giovedì 12 aprile 2012

Il Lecce e l'obbligo di crederci

Tre risultati in fila, nelle ultime due settimane, significano sette punti. E, se il pareggio a casa propria con il Cesena sembrava avesse depotenziato le ambizioni del Lecce, il successo largo sulla Roma (all'Olimpico) e quello, ancora più esaltante per le modalità con cui è stato raggiunto, di Catania rinverdiscono i desideri della brigata Cosmi. Cioè, la formazione salentina è ancora, a pieno diritto, nel cuore della battaglia per la sopravvivenza. Al di là di quello che le vicende extrasportive del calcioscommesse potranno rivelare più avanti: certamente a campionato chiuso. E quando l'eventuale pena, qualsiasi essa sia, dovrà necessariamente essere erogata con senso afflittivo. Diciamo anche che, di fronte ai precisi sintomi di risveglio di Giacomazzi e compagni, coincidono anche le disavventure del Genoa e della Fiorentina, che hanno sopperito al nuovo carburante immagazzinato dai serbatoi di Siena e Parma, ovvero le concorrenti dirette di metà marzo. Che, adesso, si sono un po' dileguate dal vortice caldo: lasciando, appunto, la sensazione di vuoto a due formazioni mentalmente non abituate a dover trattare di salvezza e, probabilmente, neanche troppo attrezzate per combattere la recessione. Proprio il Genoa e la Fiorentina, allora, sono il nuovo obiettivo del Lecce: un collettivo che un nuovo modo di pensare la partita e, ovviamente, il conforto dei numeri hanno aiutato a lievitare. E' una squadra, questa, che oggi non attende gli accadimenti, ma che cerca di prevenire il match, di aggredirlo. E, dunque, di determinare il suo stesso destino. L'ultima fatica, in Sicilia, conferma. Malgrado lo svantaggio, recuperato negli ultimi minuti utili. Come sempre accade, poi, c'è anche un avversario che crolla. E che, come nel caso del Catania, si complica l'esistenza (il gurdasigilli Carrizo si fa espellere e in porta va a parare Lodi, un centrocampista: suo, del resto, l'intervento difettoso che favorisce il sorpasso firmato Di Michele). Certo, gli episodi, che tutti assieme scrivono l'esito di un'intera stagione, oggi come oggi sono benigni: e, proprio per questo, vanno cavalcati. Senza badare ai calcoli, il Lecce è obbligato a crederci.